Cinema – Addio Tura Satana


Quentin Tarantino, già sempre lui, ha spesso dichiarato che avrebbe dato 5 anni di vita pur di fare un film assieme a lei, ora purtroppo il sogno non potrà più avverarsi. Lo scorso 4 febbraio, a Reno nel Nevada, è scomparsa Tura Luna Pascual Yamaguchi, conosciuta dagli appassionati di cinema exploitation come Tura Satana. Nata in giappone, con sangue cherokee nelle vene, doveva la sua notorietà soprattutto al personaggio di Varla, la violenta capo gang interpretata nel capolavoro di Russ Meyer del 1966 Faster, Pussycat! Kill! Kill! Un film dove dopotutto interpretava se stessa. Internata in campo di concentramento negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, violentata da 5 uomini a 9 anni, e per questo esperta di karate, sposata a 13 e divorziata a 14, danzatrice esotica a 15 e capogang a Chicago a 16. Scoperta da un regista di serie A, Billy Wilder, che la fa esordire nel ruolo di una prostituta in Irma la dolce. Poi il colpo di fulmine con Meyers che però non la volle per altri film. Ma nella sua carriera c’è spazio per un altro paio di capolavori di serie B. The Astro-Zombies nel 1968 e The Doll Squad nel 1973. Poi il buio. Se si escudono le ricomparse nei remake di Astro Zombies del 2002 e del 2010.

Eppure basta il rovente bianco e nero del film di Russ Meyers per renderla icona immortale. Nonostante negli anni ’70 tra episodi drammatici ed ncidenti d’auto dovette barcamenarsi lavorando in un ospedale e il matrimonio con un agente di polizia pensionato e due figlie. Ma non era una casalinga e mamma normale.

La inseguiva tutto il mondo del cinema di genere. Nocturno riuscì a strapparle una lunga intervista alcuni anni fa di cui riportiamo alcuni stralci. Il Tura pensiero.

“Quando si lavorava con Russ, si imparava tutto quello che si faceva dietro la macchina da presa e ognuno finiva col dare un contributo personale. Se ti fosse capitata l’occasione di lavorare per un film di Russ, avresti dato una mano a spostare il materiale scenico, i riflettori e tutto il resto. Si imparava a caricare una macchina da presa, e a posizionarla a seconda delle diverse inquadrature. Russ ti dava addirittura la libertà di apportare dei cambiamenti ai dialoghi e di girare una scena nel modo che ti faceva sentire più a tuo agio”

“Voleva che Varla fosse potente e sembrasse sul punto di esplodere da un momento all’altro. Russ era divertente sul set e una persona molto dinamica. Se la spassava con le donne, anche se aveva questa regola rigidissima: mentre si girava un film, a nessuno era permesso fare sesso fino a che le riprese non fossero finite. Bene, quando ho sentito questa cosa, sono andata da lui e gli ho detto che mi dispiaceva, ma che avrei lasciato il set perché per me il sesso era indispensabile per rilassarmi. Credo di essere stata l’unica persona che sia riuscita a infrangere questa regola severissima”.

“So per certo che anche alcune star di oggi non si affidano a controfigure e per questo hanno la mia totale ammirazione. I film che vengono realizzati adesso, in definitiva, si discostano dal realismo per fare presa sulla fantasia. La fantasia va bene, ma ci sono molte persone che considerano maggiormente il realismo. Credo che il fatto che molti ragazzi oggi facciano uso di droghe possa essere ricollegato in parte anche a questo aspetto. Sognano mondi fantastici, cercando di rivivere quello che vedono sullo schermo. Non può essere fatto senza l’uso di effetti speciali. Ecco perché amo i film di John Waters e di Quentin Tarantino: perché sono molto più realistici. Sono realizzati col frutto del sudore e dell’abilità. È l’apprendimento che rende tutto molto più divertente”.

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