E se il più grande film d’amore fosse zeppo di sangue da tracimare?
(il trailer di Buio Omega nella versione internazionale)
Una storia d’amore, dicevamo, anzi di due amori. Entrambi impossibili ed estremi. Quello di Francesco per la sua Anna e quello di Iris per Francesco.
Tornando alla villa dopo aver trafugato il corpo carica un autostoppista americana che scopre il suo folle piano e che finisce sciolta nell’acido, dopo essere stata fatta a pezzi, grazie alla complicita della governante Iris, una allucinata Franca Stoppi, che confessa a Francesco il suo folle amore. Da qui per i due è una discesa negli inferi della follia.
Alla fine appare anche la sorella gemella di Anna e per Francesco è la fine mentalmente.
Un film d’amore malato, sanguinolento, zeppo di interiora, effettaci speciali che trapassano lo stomaco. Dialoghi ridotti all’osso e spesso “scolastici”, ma grande maestria nei movimenti di macchina. D’Amato si sofferma in maniera quasi chirurgica sui particolari anatomici creando un effetto disturbante. La musica dei Goblin sottolinea ulteriormente la follia della pellicola, fotografata nel migliore stile cupo anni ’70.
Il film ha ispirato un cult horror necrofilo di qualche anno dopo, il tedesco Nekromantik di Jorg Buttgereit, ma anche il macabro di Lamberto Bava.
Tra le scene la più disturbante è forse la meno sanguinolenta., quella quando vengono strappate le unghie alla giovane autostoppista.
Un film genuinamente immorale nel presentare la morte senza nessuna censura, una morte che soccombe di fronte all’amore definitivo di Francesco per la sua Anna.
Molti hanno definito la sceneggiatura del film come “scritta da un liceale con manie e omicide, dove i dialoghi sembrano usciti dalla più squallida delle soap di ReteA e in cui (quasi) tutti gli attori lasciano molto a desiderare”, eppure anche i più feroci detrattori sono d’accordo nel riconoscere a Buio Omega una forza incredibile. Un attrazione morbosa e incontrollata verso una pellicola umida, malata, quadrata, radicale. Il rapporto dissoluto e profondo tra Francesco ed il cadavere di Anna ha un fascino potente che lo rende fulcro del film.
(una delle scene più gore di Buio Omega)
I 94 minuti della pellicola lasciano col fiato sospeso per la veridicità delle immagini, quasi delle autopsie. La tremenda filastrocca vodoo di Iris rimane nelle orecchie: “Corpo di vacca, sangue di baldracca. Corpo dentro un letto, sangue maledetto. Corpo in una tomba, non farà più ombra. Corpo di una morta, la vita ti andrà storta. Se dritta vuoi che vada, devi seguir la strada. La strada della vita. E se ti è ancor cara, porta pace nella bara”.
Un paio di curiosità: le splendide musiche dei Goblin verranno riciclate negli anni a seguire per "Contamination" di Luigi Cozzi e in "Virus" di Bruno Mattei; il film ha goduto di una seconda uscita nelle sale nel 1987 con il titolo "In quella casa… Buio Omega", con il divieto ai minori di 14 anni e con pesanti tagli nelle scene dell’autopsia e dell’omicidio di Anna Cardini.
recensire film meno crudi e sanguinolenti per chi come me se la fa sotto dalla paura no eh!:)
Piccolo cambiamento nel template. Bello mi piace.
Il film ha tutto ciò che di truculento affascinerebbe lle persone e le spingerebbe anche a non guardarlo. Almeno le più sensibili.
Sempre controcorrente Em 😉
ottima analisi Giulia…
Il cambio di testata è stato obbligato, la vecchia è scomparsa nel web..
Lucida recensione della follia.
Ho preferito di gran lunga la più tarda opera di Buttgereit, Nekromantik.