Cinema – Pornocrazia (le vie dell’hard ai tempi del web 2.0)

-sto lavorando al mio nuovo libro, Pornodannati, storie private di pornostar morte.
In anteprima propongo il capitolo finale del libro che uscirà quest’estate –


Preludio. Un tempo per pornocrazia Pornocrazia si intendeva una forma di governo caratterizzata dalla forte influenza delle cortigiane o delle favorite sugli uomini di potere. Letteralmente pornocrazia significa “governo delle prostitute”, ma andrebbe tradotta più propriamente come “governo delle concubine”. Un invenzione dell’anno 1000 in cui si prescindeva dal sesso e dall’orientamento sessuale dei protagonisti.

Ma qui si parla di Pornografia. O no?

All’inizio fu un genere di rottura. La pornografia nasce come genere filmico in cui registi e attori alternativi rivoltavano la loro creatività frustrata dai circuiti tradizionali. Non è un caso che i primi registi hard fossero le vecchie volpi del cinema di genere, un caso su tutti, Aristide Massacesi che si reinventa Joe D’Amato e lascia l’horror e la sexploitation per darsi all’hard vero e proprio. C’era il gusto del camminare sul filo dell’illegalità. Il primo paese al mondo dove la pornografia fu legalizzata è stata la Danimarca, in tutto il resto del mondo si rischiava sovente l’arresto. Ci si infilava nelle maglie della legislazione per produrre, proporre e vendere prodotti hard. Gia vendere. Come tutte le forme di arte culturale votate all’intrattenimento anche la pornografia guardava al portafoglio. Si dice addirittura che certe scelte di marketing furono fatte seguendo lo sviluppo dell’hard. La vittoria del VHS sul Betamax come standard di produzione di videocassette un tempo e lo sviluppo della rete oggi. Gia: la rete.

 

Ma un attimo, prima di affrontare il discorso della pornocrazia bisogna fare ancora qualche considerazione. Dopo l’avvio come rottura la pornografia diventò prima trend e poi discorso di massa, si veda questo propostio il bel trattato Il porno di massa di Pietro Adamo, il creatore della rivista Videoimpulse, l’unica in Italia di critica cinematografica all’hard. Negli anni ’90 la produzione seriale di hard è stata un mercato floridissimo. Professionisti da 4/5 film al mese, set poveri ma comunque di gusto, pellicole patinate, il mercato del VHS prima, del DVD poi e del Web 1.0 dopo. L’eldorado dell’hardocore però è finito di botto con l’avvento del Web 2.0. Che senso ha spendere soldi per un iperproduzione con donne cyborg tutte uguali che finisce poi immediatamente nel mare magnum del free? E poi i gusti stavano cambiando e anche la fruzione del sesso e dell’hard.

Un numero di Videoimpulse rivista di critica hard

E’ l’avvento della pornocrazia, di cui oggi vediamo solo la punta dell’iceberg ma che sta sconvolgendo il mercato dell’hard e la crescita della rete. In principio furono i primi cellulari in grado di scattare fotografie. Tutto un fiorire di foto amatoriali più o meno rubate, più o meno volute. Il fidanzatino che fa una foto alla ragazzina del momento e poi la spara in rete, l’MMS con l’autoscatto mandato alla fiamma del momento che finsice sul forum a tema e da qui rimbaza in tutto il mondo.

Scandalo e incredulità sui media classici: come si fa a vedere, regalare, buttare il proprio corpo solamente per una ricarica telefonica? O ancora per nulla, per esibizionismo puro? Si, alla fine ci si è scoperti tutti voyeristi/esibizionisti. Con i corpi che sono fruibili anche, e soprattutto, perché non sono quelli perfetti dei media. Ci accorgiamo di essere tutti bruttarelli, normali, sovrappeso, magri, smagliati, cellulitici, culoni, con le tette cadenti, in una parola: eccitanti.
Un classico esemio di autoscatto

La possibilità di fare filmati con i cellulari, le videocamere a basso prezzo e l’avvento dell’Adsl su ampia scala stanno facendo l’ultima rivoluzione. L’abbattimento dell’hard degli anni ’90, serializzato ed industriale, a favore di un hard amatoriale, casalingo, privato e pubblico. La pornocrazia abbatte anche la pirateria, il copyright. Non ci sono diritti da pagare e paure a scaricare il filmato della casalinga che si è ripresa mentre si masturbava e ha messo il video in rete. Hard gratuito, fatto non per soldi ma per piacere, distribuito non per soldi o per baratto ma per puro divertimento esibizionistico, è lo spirito iniziale che ritorna.

All’inizio dell’epoca del web era tutto un proliferare di siti hard generici. Tu ti collegavi e per scaricare dovevi connetterti al sito tramite un dialer riservato. I filmati venivano a costare cifre spropositate. Più che altro ci cadevano gli allocchi che non si accorgevano che il sito scollegava il modem dal loro provider e chiamava un numero dall’altra parte del mondo e a prezzi esorbitanti. E poi a velocità di 56K i filmati erano brevissimi e di qualità pessima. Ci voleva un altro passo. Si smise di ricorrere alla truffa e si passò alla carta di credito. Tu paghi un abbonamento a tempo, a giorni, a traffico, e scarichi quello che ti pare. Sempre un do-ut-des, o sex, tu paghi e io ti dò i miei prodotti fatti in maniera professionale e via cammnare. Senza possibilità di interazione tra produttore e fruitore. Solo output ma niente imput per dirla col linguaggio informatico.
Un video amatoriale di Hans Rolly

Ma il peer-to-peer era alle porte. Trovare i primi filmati hard senza sborsare nulla su Win-mx fu una rivoluzione. Ma il sitema era ancora troppo instabile. L’arrivo di E-mule e poi dei Torrent ha permesso di trovare intere filmografie hard, spesso anche fuori catalogo, rarissime, introvabili, sopratutto ipertematicizzate a livello di gusti, o mai riversate da VHS a DVD, che qualche appassionato in chissà che parte del mondo ha digitalizzato e messo on-line. E la rivoluzione carbonara della pornocrazia che si sta avviando. Ma siamo ancora sui monti a fare guerriglia con le grandi case di produzione, le star, il marketing ed il mercato.

Meglio ri-organizzarsi. In prorpio, tanto per cominciare. Io mi produco la mia filmografia hard casalinga e la vendo dal produttore al consumatore in rete, la filiera si fa corta ma pur sempre commerciale. Forum a tema fetish, pissing, bdsm, dove ragazze e ragazzi normali si acordano per lo scambio o l’acquisto di filmati fatti in casa, biancheria usata, per video-chat hard, telefonate erotiche e magari anche incontri. Ma per assurdo il sesso real è in altri lidi e in altre sedi.

D’altro canto nascono anche servizi come You Porn e Red Tube dove fruire gratuitamente, in streaming e legalmente anche della pornografia del circuito classico che diventa così immenso catalogo reperibile in ogni momento e gratuitamente da tutti. E su You Porn posso assicurare che ci vanno davvero tutti, anche la vostra ragazza che guardate con occhi innocenti.
Una webcam girl

La pornocrazia comincia a prendere forma. L’ultimo step, per ora, è la nascita di siti dove si caricano e si scaricano i propri filmati personali, gratis free, senza mercato dietro e senza lucro per nessuno, almeno direttamente (www.videoamatoriali.org,  o YuYutv, per fare un esempio). Il corpo è mio e lo gestisco io. E poi ancora siti dove trovare da tradire senza passare per escort e puttane, o senza l’ipocrisia di una pre amicizia falsa, siti dove incontrare altre persone esclusivamente con risvolti sessuali, siti come Chatroulette dove guardarsi e farsi guardare senza obbiettivi senza sapere cosa succederà.
Difficile pensare che qualcuno possa riprendere il controllo di questo fiume in piena e difficile prevedere dove finirà per portarci la pornocrazia.

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