Musica – Lutto in casa Slayer addio a Jeff Hanneman

Hanno sempre amato giocare col veleno. Ed il veleno alla fine si dimostra più forte e tossico del previsto. Perché nell’immaginario dei teenager degli anni ’80 quei 4 col veleno avrebbero potuto farci i gargarismi. Ed invece il biondo non c’è più. Stroncato dal veleno a 49 anni.

 

Jeffrey John Hanneman aveva origini tedesche ma era piantato saldamente nel cuore e nella pancia dell’America. Nato a Oakland, nel cuore della California, nel 1964 in una famiglia di combattenti a stelle strisce. Un padre reduce dello sbarco in Normandia e due fratelli maggiori segnati dal Vietnam. Jeff diede il via alle sue passioni in contemporanea: collezionare memorabilia bellica e suonare la chitarra.

 

E in entrambe le cose andò sempre più veloce, fino all’ossessione,  fino allo schianto, avvenuto il 2 maggio del 2013, stroncato da un’insufficienza epatica strascico di un morso di un ragno velenoso di due anni prima che lo aveva ridotto in coma per i sintomi di una terribile fascite necrotizzante che gli aveva fatto rischiare di perdere il braccio e intanto comprometteva il fegato fino a sfasciarlo.

 

Una corsa iniziata nel 1981 ad Huntington Park, un postaccio della periferia di Los Angeles, dove dopo un concerto Jeff conobbe Kerry King, l’unico altro chitarrista della città che suonava veloce come lui. Nasce così una delle leggende del metal anni ’80. Di certo la più controversa e discussa: quella degli Slayer. Un gruppo che in 30 anni esatti di carriera, l’esordio è datato 1983, ha sguazzato in tematiche sataniche, guerrafondaie, filo naziste…

 

Proprio Jeff è stato l’autore di alcuni dei brani che più hanno infiammato il dibattito nel mondo della musica estrema: Angel of Death su tutte, un brano che descrive senza mezzi termini le sadiche operazioni di Josef Mengele ad Auschwitz.  Tremende invettive miscelate da quello stile aggressivo e mutuato dall’hardcore punk, perché gli Slayer erano diversi dagli altri del thrash. Niente brani lunghi e ricercati ma proiettili roventi e velocissimi. Criticati dagli stessi colleghi come Max Cavalera Dave Mustaine.

 

Spesso sono finiti anche al centro di fatti di cronaca nera con l’accusa di avere scritto brani che hanno ispirato fatti terribili. In Italia si è parlato molto di loro nel periodo delle cosiddette Bestie di Satana. Si parlò dei contenuti del brano Kill again, che avrebbe incitato Fabio Volpe il leader della setta che uccise Fabio Tollis e Chiara Marino. Anche il presunto suicidio di Davide R. si disse fu influenzato da un loro brano: Richard Hung Himself, cioè Richard si è impiccato.

 

Per non farsi mancare nulla nel disco Christ Illusion che già dalla copertina è agghiacciante, raffigura un  Cristo sanguinante e mutilato e le teste degli Apostoli e di Maria in un mare di sangue, inserono un brano, Jihad, che parla degli attentati dell’11 settembre, ma raccontati dalla parte degli estremisti islamici.

 

Comunque sia ci mancherà.