MUSICA – Nicki Bluhm, another american music history

Ci sono storie musicali che sono splendidamente americane. Questa che raccontiamo oggi lo è. Perché cosa c’è di più fascinoso che girare in lungo ed in largo gli States pressati in un camper per suonare un giorno i Nord Dakota ed il giorno dopo in Texas? In posti che già solo il nome fa America. Che so il Fulton 55 a Fresno in California e poi il Lowvrown Palace a El Paso in Texas, il Jack Rabbit di Jacksonville in Florida e dopo l’Alyeska Resort a Girdwood in Arkansas.

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Nicki Bluhm

Ma è il camper che conta.  Tutti pressati su un van, che anche questo più americano non può essere. Insomma rompiamo gli indugi sto parlando di Nicki Bluhm. In Italia, ma anche in Europa, dirà poco. In America? Non so. Secondo me dovrebbe essere una star da classifica ma non lo è. Io mi ci sono imbattuto per caso tre anni fa e mi sono innamorato di questa esile ragazza dalla splendida voce e dalle melodie così dannatamente americane.

Avevo appena visto il film Rock of ages. Un musical cinematografico tratto da un musical teatrale che racconta una vicenda ambientata a Los Angeles nel 1986, tra lustrini e paillette e soprattutto tonnellate di hard rock tamarro degli anni ‘80. Tra i protagonisti del film c’è l’affascinante Catherine Zeta Jones che ad un certo punto intona una canzone che si intitola Hit Me With Your Best Shot, super-hit di Pat Benatar, che confesso non conoscevo.

Arrivato a casa cerco su You Tube la versione originale del pezzo per farmi una idea. Ma prima della versione originale cado su un video artigianale. C’è questa band americana che rifà il pezzo con strumenti acustici, alcuni anche praticamente giocattolo, la rifanno mentre sono su un van, in movimento. Ero caduto sulle Van session, un’idea folgorante di Nicki Bluhm e della sua band, registrare grandi classici del rock in chiave acustica mentre guidano tra un concerto e l’altro.

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Le Van Session

Dietro, dai finestrini del Van, scorre l’America (quella sognata e vista in diecimila film, per citare il Guccini di Tra la via Emilia e il west) e dentro la musica. Ne guardo un po’. Hanno coverizzato di tutto:  Band on the run di Paul McCartney, direi ovvio, Days Like This di van Morrison, Faith di George Michael, She’s got to you di Patzy Cline, Material girl di Madonna. Sono bravissimi. Ma scopro presto che non sono una cover band. No, no. Sono un gruppo che si muove nel neo-country e folk americano, con spruzzate di rock. Una sorta di Eagles con voce femminile che mi ammalia.

Ma rimaniamo alle Van Session. All’improvviso, alla diciassettesima canzone proposta, succede qualcosa. Il pezzo si intitola I Can not Go Per That (No Can Do) ed è un classico blues di Hall & Oates. Il video viene visto un milione di volte in una settimana. Nomi celebri iniziano a dire che la band è la new sensation della musica americana: Cameron Crowe, Ryan Adams, Melissa Etheridge e anche gli John Oates e Daryl Hall. Ne parlano le tv nazionali: MSN, CBS nei programmi News This Morning e New York Magazine. Il canale delle Van Session schizza a oltre 5 milioni di visualizzazioni.

Ma la band non è un fenomeno da You Tube e da cover. Potrebbero sfruttare il momento e buttarsi su quel filone, che so fare un disco di sole cover, un dvd delle Van Session. Ma no. Intanto hanno già un disco autoprodotto alle spalle, si intitola Toby Song, è edito dalla piccola Little Sur Records ed è uscito nel 2008. Un disco ancora un po’acerbo ma che lascia intuire le grandi potenzialità della band.

Non sono mica degli sprovveduti. Intanto a fianco di Nicki c’è il marito, Tim Bluhm, reduce dall’esperienza con la sua band i Mother Hips. Poi alla chitarra c’è il corpulento Deren Ney, amico di infanzia di Nicki e ottimo songwtiters. Insomma lo spessore c’è tutto. Infatti già nel 2009 esce il successore del disco di esordio. Si intitola Driftwood. Il gruppo è in una sorta di neverending tour, per citare Bob Dylan. Rimbalza su e giù per gli States, si può verificare le decine, centinaia, di date fatte dal loro sito.

Il disco esce ancora per la Little Sur Records, soprattutto nel sud degli Stati Uniti. Loro sono californiani e il bacino d’utenza dei primi anni è li: Arizona, Texas, Alabama… Ma le decine di concerti macinati anche al Nord iniziano a dare i loro frutti. Il disco viene ripubblicato nel 2012 a livello nazionale e la band partecipa ai più grandi festival folk americani come quello di Bonnaroo, il famigerato Newport Folk Festival e altri.

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Nicki e Tim Bluhm sul palco

Altro piccolo tassello è la scelta di Nicki come testimonial pubblicitaria della campagna internazionale di The gap chiamata Icone Redefined, le icone di domani. Cartelloni che appaiono in tutto il mondo con le foto delle new sensation. Sono scelti anche gli Avett Brothers, altra band alt-folk americana da seguire. L’ambiente si fa ricco di nomi interessanti: Brothers Comatose, Rebecca Loebe (che sbanca a The Voice con una cover folk dei Nirvana)… Nicki Bluhm e la sua band, che non ha ancora un nome, si esibiscono a New York per il lancio della campagna pubblicitaria.

A questo punto in Italia saremmo con una band costantemente in tv a presentare un prodotto scarso e pensato apposta. Magari anche in America. Non nel caso di Nicki Bluhm. Intanto da un nome alla sua band, The Gramblers, ma mentre tutti aspettano il nuovo disco si dedica ad un disco di duetti folk country, voce e chitarra, assieme al marito Tim. Un disco edito nel 2011 mentre Driftwood diventava un piccolo caso indipendente e il gruppo iniziava a pensare più in grande. Ad esempio con un mini tour acustico che li porta in Europa. Ovviamente non in Italia.

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The Gramblers

Poi finalmente ad agosto del 2013 esce il nuovo disco. Omonimo. Si intitola semplicemente Nicki Bluhm and The Gramblers. Sempre autoprodotto dall’etichetta di Tim Bluhm Little Sur Records debutta nella top ten di Billoboard per i nuovi artisti. Il singolo Little to late viene suonato al Conan late night della TBS.

Se possibile la band intensifica ulteriormente il numero di concerti dal vivo. Sembra essere quella la strada scelta. Niente altro. Il disco riceve ottime recensioni e oggi dal sito annunciano che il successore è in lavorazione. Intanto è uscito il singolo Another rollling stones, ulteriore passo avanti nel suono della band che pare avere in testa solo una cosa. Macinare strada a bordo di un van.

Intanto sarebbe stupendo andare a sentirli dal vivo la notte di capodanno, al North park Theatre di San Diego in California, assieme ai Mother Hips. Ma l’America è lontana.