Racconti – Abbiamo tutti uno zombi nel cuore

Questo è il testo del reading di lettura che ho tenuto nella serata dedicata agli scrittori cremaschi lo scorso 17 luglio al Mulino da Basso di Torre Pallavicina, all’interno del programma di Odissea, assieme a Nino Antonaccio e Anna Martinenghi.

 

Da sinistra: Io, Anna Martinenghi, Enzo Cecchi e Nino Antonaccio

 

  • Buongiorno mondo. Com’è il tempo la fuori? L’aria è tornata respirabile? Oggi è il giorno 251 dell’anno 5 del dopo contagio. Come tutte le mattine che si susseguono nonostante tutto mandiamo un saluto all’universo: infetti e non infetti. Che ognuno possa risolvere tranquillamente i suoi problemi, che poi sono sempre gli stessi per tutti, problemi di cibo e di sopravvivenza. Noi cerchiamo di alleviarveli con un po’ di sana musica, che poi forse è l’unica cosa sana che è rimasta in questo mondo.

Che film di serie B che è diventata la vita. Ti svegli un mattino e in base a che enzima hai o non hai nello stomaco la tua vita cambia. Io sono un NI, Not Infected, non infettato. Il mondo da 5 anni e 251 giorni si divide in I e NI, infected e not infected. Non si è ancora capito cosa è successo. Germogli di soia, cetrioli, carne poco cotta. Un bel mattino eravamo tutti segnati. La gran parte della popolazione si trovò ad avere l’enzima E-c nello stomaco. Da un giorno all’altro come nel peggiore film di zombi tutto divenne una questione di cibo. Gli Infetti si sono ritrovati intolleranti a tutti gli ortaggi e a gran parte della carne. Ipersensibili, con una gran fame e con poco cibo a disposizione. Un ecatombe. Milioni di morti in tutto il mondo per fame.
L’epidemia colpì quasi la totalità della popolazione cinese, i teorici del complotto dissero che si trattava dell’attuazione di un piano di cui si ritrovavano i fili andando indietro di anni, di decenni. Che i governi mondiali per salvare l’economia stessero preparando e testando virus capaci di stroncare solo una parte ben determinata della popolazione è storia vecchia. L’Aids? creato per decimare le popolazioni africane, la Sars? Un arma batteriologica per sterminare i cinesi. Tutte teorie basate sulle zone di maggior diffusione dei contagi. E il Virus, come è stata chiamata la NivAvm40, il batterio che ha ridotto del 60 per cento la popolazione mondiale in 5 anni e 251 giorni? Forse una cosa sfuggita al controllo di qualche spin doctor visto che ne è infetto il 95 per cento della popolazione mondiale. Ed il restante 5 per cento? Si è scoperto che la carne umana sana è l’unico cibo digeribile per gli I, come nel peggiore film di zombi ve l’avevo detto…
Nel giro di qualche mese i non infetti vennero rinchiusi in grandi pascoli, curati, coccolati, accuditi, riprodotti e macellati. Qualcuno riuscì a fuggire in sacche di resistenza, piccole riserve senza legge. Io vivo qui. In mezzo al nulla, in questo spazio ristretto, nascosto tra alberi e rovine. Io e altre 37 persone. Ripariamo vecchie auto, sfuggiamo alle imboscate all’esterno degli I, cerchiamo di scordarci quello che era il mondo fino a 5 anni e 251 giorni fa.
La prima cosa a scomparire è stata l’informazione, qualcuno andò a rispolverare i vecchi libri di David Icke sugli illuminati, sui rettiliani, sulla congiura del silenzio. Altro che Area 51, brandelli di realtà e bufale paurose si sono  abilmente mischiate nel flusso di informazioni sempre più prosciugato che arrivava da radio e tv. E poi? E poi piano piano le tv smisero di trasmettere, i giornali di uscire. E adesso? Adesso non saprei dirvi di preciso cosa c’è la fuori. Qualcuno di noi esce. Per la maggior parte del tempo qua al massimo qualcuno deve entrare, quelli che sanno che qui possono fare una sosta nel loro peregrinare, dormire protetti, riparare l’auto, trovare carburante.
Ma adesso tocca scappare. La nostra oasi è stata scoperta e sta per venire invasa dagli I, li sentite? Sono alle porte. Faranno irruzione qua dentro, bruceranno le nostre baracche, ci porteranno in centri di detenzione temporanea e poi qualcuno sparirà, lo sappiamo tutti che mangeranno le nostre carni sane e saporite. Non c’è via di scampo. Bisogna fuggire. Qua vicino, mi hanno detto, c’è un’altra oasi protetta e non ancora scoperta.
Ma per uscire e spostarsi quasi liberamente c’è un piccolo trucco. Un trucco che ci permetterà di passare i posti di blocco dotati di scanner che individuano i NI con una sola passata. Bisogna assumere una capsula di enzimi che ti fa risultare infetto per qualche ora e poi sperare di arrivare ad un posto sicuro velocemente. Volete seguirmi? Dovete seguirmi…

[lancio di caramelle] Prendete una capsula anche voi e andiamo, se qualcuno crede a qualcosa , preghi, se qualcuno ha delle armi le porti con se. Forse abbiamo ancora qualche speranza di salvare il culo, e anche tutto il resto…
Che brutto film di serie B che è la vita.

 

  • Buongiorno mondo. Com’è il tempo la fuori? Dall’orizzonte si levano colonne di fumo nero e odore acre. Gli I hanno messo a segno un punto sui Ni, la notizia è arrivata anche a noi. Qualcuno la fuori sta banchettando. Oggi è il giorno 252 del 5 anno del dopo contagio. Come tutte le mattine che si susseguono nonostante tutto mandiamo un saluto all’universo: infetti e non infetti. Come siete messi a pappa? Mi sa che oggi è tempo di grigliata all’aperto. E cosa c’è di meglio per allietare una grigliata che un po’ di sana musica? che poi forse è l’unica cosa sana che è rimasta in questo mondo?

Che brutto film di serie B è diventata la vita. Dopo due chilometri la mia auto si è impiantata, va beh, era 5 anni e 252 giorni che non guidavo. Però sono quasi sicuro che si è trattato di una trappola. Sono corso via, tanto veloce quanto spaventato. In mezzo a luoghi che non riconoscevo più. Mi sembrava di stare in uno scenario di guerra, mi sembrava di stare in un videogioco. Di quelli a due dimensioni a scorrimento veloce degli anni ’80 del secolo XX della scorsa era. Di quelli dove uno fugge e tutti gli altri lo inseguono. E non c’è salvezza. Al massimo puoi vivere un po’ di più, un livello in più. Ma poi più avanzi nel gioco tutto si fa più veloce e difficile finche….. Game over. Questi qui che sento respirare nascosti qua attorno vogliono solo mangiarmi, li capisco, hanno fame. Sono il secondo ingranaggio di una Macchina desiderante, un vecchio concetto filosofico di Felix Guattari, sempre secolo XX della scorsa era ma anni ’70. La macchina desiderante è un flusso di smania che unisce soggetto ed oggetto di un desiderio in una sola figura filosofica. Io sono l’oggetto. E il mio non è un Corpo senz’organi, sempre per citare la filosofia alternativa. Ma la filosofia alternativa non mi serve adesso. Mi servirebbe essere un po’ più allenato e correre.
Ma tanto siamo tutti zombi,  lo diceva un altro filosofo, David Chalmers, un ragazzotto australiano, un capellone che pareva un metallaro, che la menvava raccontando che noi siamo sottoposti ogni giorno ad una serie di stimoli fisici. Processi biologici di semplice interpretazione scientifica (i problemi semplici) che il nostro cervello processa grazie a delle leggi fisiche inopinabili. E poi c’era il problema difficile “la questione di come i processi fisici nel cervello diano luogo all’esperienza soggettiva. Un enigma che coinvolge l’aspetto interiore del pensiero e della percezione: come il soggetto sente le cose”, diceva il ragazzotto, se lo sono pappato allo spiedo… Ma chi se ne frega qua bisogna correre veloci.
E poi all’improvviso mi sono ritrovato in una casa, una sorta di comune, un luogo dove I e NI vivono assieme. Che questo film di serie B possa avere un lieto fine? Il videogioco anni ’80 si trasforma in un film hard della peggiore specie. Un incredibile orgia di corpi nudi, giovani e vecchi, magri e grassi. Molti magri, pochi grassocci come me. Sospetto che il lieto fine non sia poi così scontato. Mi ritrovo in una dimensione quasi onirica, forse sto sognando. Qualcuno parla dell’imminente arrivo di una sacerdotessa che dirimerà questa disgustosa, eppure affascinante, orgia. “Qui non si mangia si pensa solo alla carne”, me lo dice uno pelle ed ossa, mi sembra che nel tono ci sia ironia macabra, intanto mi guada laido… Secondo me ha fame. La pasticca di enzimi sta finendo il suo effetto e tra un po’ sarà chiaro a tutti, anche a naso, che sono un NI, un bel barattolone di carne in scatola, un panda raro ed in via di estinzione da scannare e passare alla griglia.
Sento la sacerdotessa arrivare, ho paura che stavolta sia davvero arrivato il mio momento. Ehi, sento una voce che mi chiama da uno sgabuzzino e mi ci infilo. Di la si sente profumo di cibo, stanno cucinando una specie di brodaglia di riso… Decisamente manca di carne, la mia carne. Mi infilo nello sgabuzzino con lo sconosciuto, peggio di così non può davvero andare. Al massimo mi ritroverò chiuso in uno spazio angusto con uno sconosciuto psicopatico… Quanti film horror avrò visto iniziare così nella mia vita… Gia…

Che brutto film di serie B che è la vita.

  • Buongiorno mondo. Com’è il tempo la fuori? Oggi è venerdì ma non è giorno di magro, anzi…Chissà se qualche gonzo è caduto nella trappola della gran sacerdotessa ed è finito lessato nella pentolona dove prepara le sue prelibatezze nel ristorante per I più famoso della città. Oggi è il giorno 253 del 5 anno del dopo contagio. Come tutte le mattine che si susseguono nonostante tutto abbiamo un messaggio per tutti I e NI: amatevi, non importa se con un amore cannibale, ma amatevi. E cosa c’è di meglio per allietare una bella scena d’amore che un po’ di sana musica? che poi forse è l’unica cosa sana che è rimasta in questo mondo?

Alfred Packer, Vincenzo Verzeni, Anna Zimmerman, Armin Meiwes, Yury Mozhnov cos’hanno in comune questi nomi? A cui se ne potrebbero aggiungere molti altri? Sono nomi di antropofagi deviati del XX secolo della scorsa era. Quando usciva che c’era un mostro di Milwakee qualunque era grande scandalo. Adesso in 5 anni e 253 giorni il cannibalismo è diventato arte della sopravvivenza. Quello che per secoli è stato un tabù, una cosa di cui parlare a mezza voce, il raccapricciante ingrediente torbido di alcuni dei film più terrificanti della storia, è adesso diventato normale. E’ un I anche il presidente di ciò che un tempo erano gli Stati Uniti, fate vostri calcoli… Se una volta esportavano democrazia a fucilate pensate adesso cosa combinano. Quella non era una comune hippy di convivenza tra I e NI e quella che si aspettava non era una sacerdotessa. Era solo il retro di un ristornate non proprio vegano. Quello che mi salvò non era uno psicopatico ma un mio vecchio conoscente I. Nonostante la fame la vecchia amicizia fu più forte, ma solo perché me ne andai immediatamente, l’amico cominciava a guardarmi come si guarda un salame appeso in cantina e sono pronto a scommettere che aveva la bava alla bocca.
Fuggii veloce, peccato, l’orgia rituale del retro cucina non era male, anche perché da 5 anni e 253 giorni non vedevo una donna e gli ormoni stavano per condannarmi a morte. Ma dove potevo andare senza mezzi, senza armi, senza idee, senza cibo e senza forze?

E poi anche se avessi combattuto come un leone, come un guerriero di qualche film dal cazzo, come un Warriors appunto, poi dove sarei arrivato? Gli Warriors dei Guerrieri della Notte dopo aver rischiato la vita con tutte la bande rivali che li accusano di avere ucciso il gran capo quado arrivano a casa, a Conei Island, si sentono apostrofare così dal capo: guardate che posto di merda, pensare che abbiamo combattuto tutta notte per arrivarci. A pensarci ora non era poi così brutto, una spiaggia americana in una mattina livida. E qui adesso dove cazzo sono, tra rovine e alberi malati, senza sapere dove andare e come sopravvivere.

Così decisi di perdere conoscenza, li dove mi trovavo, nel buio della notte, spaventato e rassegnato, bum. Ero svenuto di fronte ad un vecchio traliccio, una sorta di antennone che svettava nel cielo. A due passi c’era una costruzione. Li dentro mi ritrovai dopo aver aperto gli occhi il mattino dopo. E scusate se non finisco di raccontarvi la storia ma è il mio turno di lavoro, quello più infame, quello che va dalle 4 alle 6 del mattino.

3-2-1— vai

  • Eeeeee buonanotte mondo. Un’altra giornata è finita, era il giorno 260 del 5 anno del dopo contagio. Se avete la pancia piena a quest’ora starete dormendo, ma so che l’avete vuota e sarete a caccia, in attesa che qualcuno cada nel vostro tranello o cercando di fuggire dal tranello. Ho un messaggio per tutti: buona notte e buona fortuna, lo so, lo so, è una citazione. Ma non posso farne a meno. E cosa c’è di meglio per addormentarsi con la pancia vuota che riempirla con un po’ di sana musica? che poi forse è l’unica cosa sana che è rimasta in questo mondo?

 

 

Il racconto della serata da Crem@online