RACCONTI – Audrine ha un sapore viola

Non si era mai davvero permesso di lasciare andare il desiderio che provava nei confronti di Audrine. Poi si era trovato a pensare quale fosse il suo sapore. Nulla di più, ma il pensiero era divinamente sconvolgente. Una cosa leggera. Come se avvicinarsi con il pensiero ad una carnalità così ficcante potesse essere oltre le sue possibilità di immaginazione.

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Non sarebbe mai davvero accaduto, anche se Audrine odiava la parola mai. In fondo la capiva. Tre sole lettere che dicono che un desiderio è cassato senza appello. Invece era bello fare tira e molla col pensiero. Forse non glielo avrebbe davvero mai neppure detto. Dai era anche difficile da immaginare. Dico il momento. “Scusa vorrei tanto leccarti”. Sono cose da film dai. Dette da persone vere suonano male.

Però era bello il pensiero. Non riusciva davvero ad immaginarsi come potesse essere avvicinare la lingua alla pelle di Audrine e venire fulminato dal profumo e dal sapore della sua pelle. Dei suoi umori. E poi quanto è un controsenso cercare di visualizzare un sapore? E’ come dire che vorresti vedere un suono.

Ma infatti il suono lo puoi vedere. Quando ad un concerto la vibrazione ti picchia dritto nella pancia. L’onda sonora è tanto vibrante da essere percepibile come immagine. Ma non divaghiamo in giochi di parole. Era un attimo parlano di, ma anche con, Audrine. Era la sua maniera allegra di accarezzare quella di giocare con le parole. Oddio un altro controsenso in termini.

Il desiderio e la curiosità intanto rimbalzavano. Talmente lontani da tornare con una forza incredibile. Ma ancora resisteva al lasciare andare del tutto l’immaginazione. No dai. Non poteva immaginare altro. Forse bisognava escludere del tutto le immagini convenzionali. Anche se il pensare a quel corpo esile sul suo letto, quasi indifeso. No ma basta.

Allora nessun suono, nessuna immagine. Solo il sapore sulla punta della lingua. E magari la sua mano sulla testa. Protettiva. A dire “stai facendo bene, non mi fai male”. Perché emergeva questo pensiero? Il fare male? No il solo pensiero che un suo pensiero o desiderio potesse farle male lancinava dentro.

Si era sempre chiesto se questa sorta di blocco mentale, di barriera, che impediva di pensare ad Audrine “oltre” quando nelle sue fantasie gli appariva forse perché la immaginava asessuata. No, decisamente non era quello. Forse era solo la vita. La vita che non lascia creare spazi di sospensione per vivere certe sensazioni. Si ecco era senza dubbio quello.

Eppure a lei pensava quando si svegliava sudato la notte dopo un incubo. Era un pensiero rassicurante. E allora come si possono conciliare pensieri rassicuranti e pensieri fisici. Che colore esce se si mettono assieme il blu e il rosso? Unendo il blu ed il rosso esce il viola. Una sintesi tra forza e calma. Si dice che se sogni il colore viola, significa che hai bisogno di intimità ed affetto e ti senti attratto da ciò che è mistero e magia.

Ecco forse era la chiave. Audrine era magicamente misteriosa. In un anfratto dove era bello rifugiarsi ogni tanto. Si però chissà che sapore aveva davvero? Un aspro che ti si conficca in gola per diventare improvvisamente il dolce più avvolgente che hai mai assaggiato. Per stasera la immagino così. Come una sensuale donna bionica che tutto può su uno sfondo viola…