Racconti – Autopsia di una vivisezione (rimasterizzata)

L’afa nebbiosa segue percorsi approntati dal buio. La luce fioca rosseggiante si apre su un corridoio che promette invitante malie, ma in realtà è la discesa verso il cesso. Il rumore a-ritmico dei tasti del videopoker asseconda le disdette dei prosperi e il rigoglio delle negazioni. Immerso nei succhi di frutta arancio e nelle coche effervescenti rimbalzo sulla carovana di griffe. Dalle scarpe ai cappelli alle mutande visibili delle ragazze. Regolo il primo scatto: giovani vite che si inseguono, stereotipi di “moda comanda”. Posso giocare sulle loro marche e nascondermi ai loro occhi.

Ting… fa il culo della bottiglietta di birra sul bancone unto.
Tlof… fa il culo di Yvonne sulla sedia nascosta alla luce della vista.

Tavoli carichi di ricerca, io o lei, io e lei, di sguardi variopinti che suggono parole. Dolci profumi spettinati stroncati da fritti e patatine cartonate. E loro. Lì.
Starnazzano, rompono la sfera, sfiorano impossibili rapporti. Adolescenza aggrappata ai polsini delle camicie che sale sale e sale per ricadere in un sorso di acqua naturale.

Da dietro l’angolo nero/arancio appare a tratti il tatuaggio sulla sua spalla che si sincronizza con i sorsi della mia birra e con i colpi sui tasti dei videopredatore manovrato da Sandro.

Click.

E’ il riuscire a scavarli che mi siede accanto. Pensassi a gustare la mia di vita invece di impadronirmi dei loro spicchi aspri. Non posso. Non riesco. Devo riflettere come uno specchio. Ma non deformo, no.
“E’ un vicolo cieco” ….sento da fuori in un rivolo di marea parolaia di ragazzetto merdoso.

Voci caotiche. Il solito gioco di suoni e cacofonie. Ridono. Ridono ancora. Ma non si incontrano, bardati dalle timidezze nascoste dall’eccentrico stentano a decollare.Tutti uguali. Guarda quella che carina. La leccano con gli occhi, la più ambita. Lei lo sa e fa di tutto per mostrarsi. Narciso con scollatura e seno acerbo, glutei ben stretti nei pantaloni a vita bassa, pizzo in mostra ed ombelico nudo.
“E un vicolo cieco” (repeat)

I brani sul policarbonato Nero si susseguono ansiosi nell’aria deteriorata.
Ascolto con attenzione la tracklist… l’ho compilata io ma non me la ricordo..
“Adesso metterei ‘Plug in baby’”…. ma arriva una cosa difforme… allora mi preoccupo e maschi urlano sgraziati per mostrare dominio, ferormoni che passeggiano mano nella mano. .

“Dovevo star male mentre mettevo uno dietro l’altro questi pezzetti di arte dei suoni, uno dietro l’altro in un senso da dj del recesso” (scracth)
Click.

Sulla mia maglietta grigia sudata c’è Franz Kafka sul ponte Carlo a Praga..
Leggo Franz Kafka e penso a Frank Zappa…. mi canto ‘Peace in Regalia’ ma ormai sono in piena Metamorfosi. La corazza dura sulla schiena c’è l’ho da un pezzo. Mi stanno spuntando delle zampette dal collo sudato.

Il Gallo chiede un bianco con la spuma.
Irene (al 4 piano) si accende un altra sigaretta e lo versa sul bancone…. unto.
La macchina che lava le strade passa… sferragliante come gli Spinal Taps.
Nel condominio qui di fronte si svegliano due persone… distanti

Il film scorre con la regia attenta. Variazioni di ritmo ed inquadrature, attori protagonisti che non sanno. Ad un tavolo siedono gli esclusi, barbe incolte appena accennate, tutti insieme eppure tutti così soli, distanti.

Rewind. Il film scorre con la regia attenta. Variazioni di ritmo ed inquadrature, attori protagonisti che non sanno. Tutti soli, tutti insieme, eppure così distanti.

Play. Nel bar si muovono due cose… il culo di Yvonne e i tasti del displaysaccheggiatore manovrati con perizia psichiatrica.
Il fumo della fumosa di Irene viene imbirlato dalle pale soffiato e cristallizzato dal condizionatore aspirato deturpato e depurato dalla pompa di calore… e spedito fuori nell’ afa insieme al fumo della piana… quello fatto di umidità.

Re-rewind. Il film scorre con la regia attenta. Variazioni di ritmo ed inquadrature, attori protagonisti che non sanno. Distanti. Soli. Azione. Insieme.

Play. Io striscio, piano, lento come un bradipo adiposo verso la mia branda…
…novembre è davvero lontano…

Pausa.
Sorseggio.
Stop.