Racconti – Cinquanta secondi


Le porte si chiusero. Otto piani prima di raggiungere gli uffici.

E ed A si incrociavano spesso in ascensore.

 
Avevano avuto una storia, finita, ma quando si trovavano in luoghi chiusi da solo scattava ancora il fuoco.

Una fiammata di nove piani.

E appoggiato alla parete posteriore dell’ascensore A davanti a lui di spalle.
Spesso la cingeva con braccio appena sotto il seno prorompente.

L’ascensore ci metteva circa 50 secondi a salire.

 Non appena si chiudevano le porte la cingeva rapido con il braccio sinistro.
La mano destra alla sua bocca. Lei sapeva cosa doveva fare. Gli sputava sulle dita.

 

E con le braccia si alzava la gonna da dietro.

Veloce lui infilava la mano nelle mutandine da dietro stando attendo a non far colare neppure un goccio di saliva, preziosissima.

Mano sulla vagina alla ricerca del clitoride.
La vagina di A era rasata e il clitoride sporgente facilitava la presa di lui.

Non c’era tempo per preamboli o penetrazioni.

Quindici secondi ed aveva bagnato il clitoride e lo aveva afferrato tra indice e medio.

Con la mano sinistra le palpeggiava il seno da sopra la stoffa.
Iniziava a muovere la sinistra velocemente sfregando il clitoride.

Per facilitare lo sfregamento A cercava di fare un goccio di pipì sulle dita di E.
Questo lo eccitava da morire.

Trenta secondi e A schizzava urina e piacere fast.

Quaranta secondi e lui sfilava la mano dalle sue mutandine stando attento a non far colare il piacere e l’urina di lei.

 Cinquanta secondi e si aprivano le porte.

 
A a sinistra E a destra.

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