RACCONTI – Esplorandola

Foto di Jan Saudek, da http://www.saudek.com

Si sentiva come un esploratore. Ma non era un esploratore appena sbarcato su un isola deserta alle prese con i primi rilievi per stendere la cartografia di un nuovo atollo. No, lui stava esplorando altro.

 

Se ne stava li, come un bambino con i suoi giocattoli. Un bambino che la mattina di Natale trova doni nuovi e tanto desiderati e non sa più come fare per toccarli tutti. Ma non li usa davvero. Li contempla, li sfiora, li adora. Esploratore o bambino? Difficile dire cosa sai quando sei di fronte a due belle, grandi, morbide e bianche tette. Aveva tanto desiderato il suo seno. Lo aveva guardato e bramato per anni, ne aveva parlato con lei, aveva detto mille volte di invidiare chi poteva disporne.

 

E adesso si ritrovava lì. Con le sue tette tra le mani. Toccale, le aveva detto lei con naturalezza. Non c’era fisicità animale ma più stupore infantile nella cosa. E allora era iniziata una cosa strana. I due avevano iniziato a parlare di altro. Di quelli di cui abitualmente parlavano in tutti gli anni che si conoscevano. Paure, problemi di salute, tante cose, le tante cose che avevano scoperto di avere in comune. E allora la scena che si fosse presentata ad un osservatore sarebbe stata davvero surreale. Lei seduta sul suo letto, appoggiata ai cuscini, con le gambe stese sul letto e il busto quasi eretto.

 

Vestita di tutto punto escludendo il seno, scoperto. Indossava una camicetta azzurra a cui aveva aperto i bottoni fino al punto di scoprire il seno. Le sue belle tette bianche e morbide così svettavano. Lui stava seduto con le gambe incrociate tra le gambe di lei. Reclinato verso il seno lo toccava a due mani, lo annusava, lo massaggiava, lo accarezzava, lo soppesava con circospezione, lo strizzava, tastava la consistenza della pelle. Stava studiandone i confini da far combaciare con i confini emotivi di lei.

 

Una scena del genere prevederebbe ansimi, gemiti. Invece no. L’audio sembrava quello sbagliato di un film doppiato male. La voce anche un po’ piatta di due amici che stavano parlando della giornata, della vita, di altro. Una scena surreale e splendida. Una scena sensuale e splendida. Che poteva andare avanti per ore. Perché le tette di lei erano davvero un mondo da esplorare e da conquistare un passo alla volta. Un isola lungamente bramata e vista all’orizzonte da naufrago e su cui finalmente era sbarcato e adesso era solo tutta sua