Racconti – Gli occhi di Stefania


Polvere riflessa sul pavimento. Una leggera curva unisce il profilo del mento di Stefania al pavimento.

 
La trovo stesa a terra quando rientro in casa, stesa sul nudo pavimento, coperta solo di una canottiera grigia scura, sudata, bagnata., e di un braccialetto al polso destro.

 
Gli occhi aperti, sbarrati, emergono dalle pieghe e dal gonfiore della pelle che non dorme da due giorni. Occhiaie che la rendono ancor più impenetrabilmente bella.

 
Non mi avvicino fisicamente a lei, le vibrazioni che ne scaturirebbero potrebbero essere impossibili da controllare per entrambi. Stefania porta ancora sui polsi i segni di un accesso di odio e amore verso il suo corpo. E se mi chiedesse ancora un volta di farle male, e se le chiedessi di farlo lei a me… Sarebbe un circolo chiuso che porterebbe forse all’estasi della morte.

 
Mi siedo sul pavimento e la guardo. Guardo gli occhi, non la guardo negli occhi, guardo gli occhi… Non ce la farei a calarmi nel tutt’uno delle pupille nere dilatate e del marrone dell’iride che formano due pozze nere catramose brillanti e saettanti.

 
Mi guarda dalla sua posizione sul pavimento, la canottiera grigia sudata, bagnata di lei. Il resto del copro nudo. Disteso sul pavimento come se fosse la posizione più naturale del mondo.

 
La canottiera grigia, sudata, bagnata di lei. Il suo profumo, il suo odore, mi crivella il cervello. Mi sforacchia i pensieri facendoli diventare un passaggio, una galleria, uno sfogo di desideri che si accavallano.

 
Rimaniamo li. Lei che mi guarda negli occhi, io che le guardo gli occhi e mi lascio investire dall’aroma del suo sudore che traspira dalla maglietta grigia bagnata… Dalla pelle nuda della gambe.

 
Vorrei gocciolarle addosso la sicurezza che non ho e mischiare il mio sudore salato, le mie lacrime, al suo.

 
Ma le labbra formano una curva indefinita con il pavimento e Stefania rimane li ferma immobile. Respirando appena, con gli occhi inchiodati nei miei, cosi, senza nessuno sbocco…

5 Risposte a “Racconti – Gli occhi di Stefania”

  1. Sarebbero esattamente estasi della morte quelle vibrazioni dell’anima.

    Una Vittoria i segni sul polso.

    Un ritratto in apnea nelle ultime righe.

    LusingaTa*

    Splendor.

    Ed è una cosa da cui non puoi scappare.

    Una carezza_ sentita.

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