Racconti – Iper realtà


Mi trovo l’altro me di fronte. Non s perché ma per un attimo credo di poterci ragionare. Sono solo pochi secondi di immobilità. Lui, tre quattro gradini più in basso mi guarda, quasi sorpreso che mi pari di fronte a lui e non fugga più veloce della luce, come il copione imporrebbe.

Lo guardo negli occhi, mi fa effetto affondare lo sguardo nei miei occhi azzurri che mi fissano.

“Calma, in fondo hai il mio dna e li dentro c’è il mio modo di ragionare. Me ne vado, sparisco, è la stessa cosa no?”

Sembra tentennare per un attimo. I tre secondi di immobilità paiano infiniti. La tensione è altissima, da audience che esplode. Poi uno schizzo di liquido caldo e appiccicoso parte dalla sua bocca. Mi butto di lato, evito quasi tutto tranne qualche goccia che mi investe una mano.

Calore, fuggo via veloce e riesco a sprangarmi in casa. So gia che la zona colpita dal liquido tra qualche secondo inizierà a sciogliersi. Guardo la mia mano che inizia a ribollire e a disgregarsi.

Dietro la porta senti i passi dell’altro me che si avvicinano. Non ci vorrà molto perché l’altro me si interfacci con i circuiti della porta e faccia irruzione anche qua dentro. E allora sarà finita.

“Omonymus” è da anni lo show televisivo più seguito. Ovviamente è un reality. Il reality globale. Sei miliardi di concorrenti. Ad inizio puntata da un super elaboratore che contiene i dati di tutti gli abitanti della terra, dal presidente delle Terre del Nord all’ultimo barbone dei livelli bassi delle città, vomita fuori un nome.

 

Altro che sei stato nominato del secolo scorso. Tutta la terra è di fronte alla televisione in quel momento. La possibilità che il tuo nome esca dall’urna elettronica è la stessa che si aveva nel secolo scorso di vincere al Superenalotto o di essere colpito da un meteorite. Ma se c’è una possibilità su sei miliardi e rotti… vuol dire che tutti un giorno potrebbero trovarsi coinvolti nel gioco.

Non c’è possibilità di vincere.

Tutta la popolazione della terra il giovedì alle 21.45 è incollata alla televisione. Esce quel nome e seimiliardi di persone, meno uno, tirano un sospiro di sollievo. Per un’altra settimana possono tranquillamente fare la loro vita ed essere ammazzati come dei cani sotto casa per i due crediti che hanno in tasca o essere piallati dall’ubriaco di turno.

Ma per quell’uno nominato iniziano ore di terrore. Nello studio di produzione più vicino a dove si trova. E si sa sempre dove uno si trova, la carta d’identità elettronica sottopelle ha reso possibile liberarsi dalla burocrazia, ma anche impossibile scomparire, una sofisticata macchina crea un androide con tutte le caratteristiche morfologiche del nominato.

Un vero e proprio clone tratto dal campione di dna che tutti registrano alla nascita.

E da li parte la seconda parte dello spettacolo. Seguitissima anche quella.

Il clone parte alla caccia dell’origina. Il plot è semplicissimo e non muta da decenni. Il clone deve eliminare l’originale e poi può prendere il suo posto nella sua vita.

Le telecamere seguono in diretta la caccia e poi per qualche settimana l’inserimento nella vita dell’eliminato del clone.

Ecco. Ho trovato i codici e mi sono interfacciato alla porta. L’altro me è spacciato.

Mi ha confuso per un attimo devo essere sincero. Apro la porta e vedo a terra tracce di sangue e carne sciolta. La mano che si è staccata dal braccio.

Poi trovo lui. Seduto di spalle alla scrivania. Un ottimo finale. Niente fuga precipitosa, cattura, morte per incidente. L’altro me si offre ad essere sciolto completamente.

L’audience sarà altissima.

Apro la bocca, sgancio la copertura del condotto del liquido disgregante ed il getto investe il corpo dell’altro me…..

Veloce però che tra tre minuti si va in pubblicità.

 

 

4 Risposte a “Racconti – Iper realtà”

  1. In quanti siamo…?In noi,quante facce,quanti cloni possono vivere…e combattere per primeggiare sugli altri (in noi)!?

    Sembra sempre che abbia la meglio quello con il volto scuro…cattivo….Ma basta che rimaniamo difronte a lui senza fuggire che ecco ….si scioglierà!

    Siamo “noi” e solo “noi” a decidere chi far vincere!

    Fai vincere sempre Emanuele…

    CINZIA

  2. Sei sempre bravo quando scrivi questi racconti e sempre molto acuto.

    Mi hai fatto pensare per traslato alla condivisione e alle nostre mani che si aprono ad accogliersi -accarezzarsi – restituirsi uno all’altro,…

    l’immagine mi rimanda fortemente a ciò che ho scritto

    mi sembra un essere in parto e credo che vicino troverai sempre qualcuno.

    Il sangue scritto che ti scrive.

    Ciao.

    e grazie ema.

  3. porcatroia….che angoscia. Bello Emanuele. Ho l’ansia, memorizzato nel “cantiere” da rileggere e fissare nello stomaco.

    Piano piano inizio a capire…

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