Racconti – Maddalena e Cristo


Maddalena era umida, ed io un (povero) Cristo alle prese con la sua fisicità sbattuta in faccia con carnale candore. Non c’era malizia in Maddalena quando rispondendo al telefono ti diceva: “Mi scusi un attimo, finisco di masturbarmi”, e ti lasciava in attesa con i suoi gemiti di sottofondo al posto di un Elton John qualsiasi da aspettazione telefonica, salvo poi riemergere ancora ansimante e, che so, mettersi a parlare di esami di stato come se nulla fosse.

 
Maddalena era umida, lo capii quando la conobbi. Ero li seduto su una panchina a leggere il giornale, con i fumetti, dei cd da ascoltare, una birra (il manifesto di me stesso insomma). Lei si sedette accanto a me, ma non troppo vicino, e disse testuali parole: “..lo spero.. che tu voglia comunicare con me…sono rimasta inchiodata al suono e all’odore del tuo aspetto”. Quel comunicare mi aveva fatto l’effetto di due dita in gola, le vomitai addosso tutte le mie paure in un attimo, spaventandola e attraendola.

 
Maddalena era umida perché odiava il suo corpo, ma adorava lasciarlo filtrare goccia a goccia, crocifiggendomi alla croce degli ormoni. “Un corpo in one”, diceva, ogni parte finisce cosi: tettone, culone, nasone. “Ma io vorrei essere un filo”, diceva gustandosi lo sfacelo dei miei ragionamenti caduti ostaggio della sua sesta abbondante e del suo cervello basculante.

 
Maddalena era umida perché sapeva fare le constatazioni più trancianti, su me, evitando di analizzare se stessa. “Hai un cervello ermafrodita”, mi disse un giorno definendo perfettamente la mia rincorsa impossibile ad essere donna.

 
Maddalena era umida perché il sapore delle sue lacrime e il sapore dei suoi umori erano sovrapponibili, e ascrivibili alla stessa categoria di emozioni, entrambe frutto di una reazione incontrollabile del suo corpo ed entrambe mi tentavano nella stessa dolce ed oscena maniera.

 
Maddalena era umida perché l’odore della sua pelle era come una religione, richiedeva adorazione. Ma il suo ragionar d’amore era quanto di più laico potesse esistere. E lo scontro di civiltà del suo corpo e della sua mente spargevano tutto attorno lapilli ustionanti di verità colate e deformate.

 
Maddalena era umida perché avrei voluto scaldarla di saliva e massaggiarla di sperma, ma il mio ruolo era quello del Cristo dei dolori e delle parole. Costretto solo ad annusarla nell’aria la sua umidità, l’umidità della mia Maddalena, mista all’odore del suo sangue di mestruo. Paralizzato dalla paura di essere tentato e dalla voglia di tentazione.

 
Come prima di un temporale.

6 Risposte a “Racconti – Maddalena e Cristo”

  1. questa cosa che hai scritto e’ STUPENDA,amico mio.

    la porto tra i miei commenti.

    la regalo al mio ragazzo greco virtualreale (Lefty).

    voglio che i miei amici la leggano .

    voglio che tu abbia un pubblico speciale per i tuoi deliri e i tuoi tagli e la tua tenerezza.

    *Orsa

  2. @benedetta, che c’è sotto quei puntini? dillodillodillo

    @Orsa… grazie, che una sensibilità e una penna come te dica ciò mi fa un piacere immenso…

  3. Ho la pancia piena di te

    E di Leavenworth

    ora uscirò di qua

    e non sto scherzando

    Continui a mentirmi

    Come ti puoi ridurre così

    Con un ragazzo sbronzo di gin

    Che non conosci

    Tom Waits

    Mi piace ciò che hai scritto.

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