Racconti – Nutrimenti

Quando l’avevo vista dirigersi verso il bagno dopo aver bevuto due pinte di birra non avevo saputo resistere… Tanto lo sapeva che le sarei arrivato alle spalle, lei lo sapeva….

Entro nel bagno e sento il il suono della piscia che scivola via da lei, sono già eccitato, dannatamente eccitato.

Lei finisce di far pipì e poi non si ripulisce, anzi, si alza la gonna e sporge il sedere in fuori. Cado ai suoi piedi, è il momento che adoro di più. Quando la mia lingua incontra la sua pelle e sento il suo sapore che mi esplode in testa come una bomba che deflagra. In quel momento potrebbe succedere qualsiasi cosa, non me na accorgerei… Potrei morire, non me ne renderei conto.

Lei mi spinge il culo sul viso, è l’unico movimento che fa. Ho gli occhi spalcancati e vedo la sua pelle a mezzo centimetro da me. Sono inebriato dal suo profumo, dal suo sapore. E lei viene, viene sempre due volte, ecco la prima. Uno schizzo dolce che bevo, faccio mio. Mi nutre.

So che dopo l’orgasmo la sua figa diventa delicata, l’ho capito dalla prima volta, ma non volgio andarmene. Allora sposto la mia passione per lei sull’ano.

Le infilo la lingua tra le carni… Una cosa che mi fa impazzire. Sensuale, dolce, sporca, intima, incredibile. Dopo pochi istanti so che posso riavvicinarmi alla figa… Ma non più con la bocca. Le mie dita stavolta la penetrano. Così raccoglieranno il suo orgasmo e potro gustarlo dopo,  il suo
odore mi rimarra addosso per ore.

Quando sgocciola sulle mie mani so che è ora di lasciarla. Ho fato il pieno di lei. Mi stacco. Sento il cazzo che pulsa, l’orgasmo a un millimetro. Appena uscira dal bagno mi mastrurbero con la mano ancora sporca delle sue voglie…

Ora se ne va senza avere detto una parola, se ne va con il suo uomo…

Ma so che presto tornerà, oh se tornerà, e io sarò ancora qui per nutrirmi di lei…

Una risposta a “Racconti – Nutrimenti”

  1. Decisamente cogli i fluidi…, e chissà perché mi viene in mente che quando si parla di essenza o di distillato si pensa a qualche cosa ottenuto appunto a partire da fluidi o umori.

    D’altra parte, per es. in questo racconto o anche quello soprastante, si coglie il “gustare” più che il fare.., con un senso dell’eros, diciamo così, più profondo e ancestrale (gustando l’altro , lo si incorpora, e, in forma rituale ci si impossessa anche della sua anima…)

I commenti sono chiusi.