Racconti – Segnali di presenza

Appoggio la chitarra all’amplificatore. Silenzio nella mia stanza.


Prendo il cellulare > Scrivere messaggi > Ti penso, quante cose da dirti, ma è il silenzio > invio…

Qualche secondo e la conferma di ricezione del cellulare all’altro capo del messaggio, sorrido un filo, Lei c’è.

 
Quella conferma di ricezione e oramai l’unica cosa che mi dice che Lei c’è.

 

Il suo silenzio oramai assordante, ossimoro abusato, ma così perfetto.

 

Lei tace da settimane, ma so che mi ascolta, so che ascolta le mie parole… ma la fonte si sta seccando, come vorrei un solo segnale della sua mente.

 

E allora invio. Il cellulare dice che il messaggio è stato ricevuto. Il cellulare è acceso, lei legge, c’è, è viva. Sorrido….

 

 

Eccolo. Il cellulare ha trillato, un messaggio.

 

Allungo la mano con esasperante lentezza > Messaggi ricevuti > E’ lui > Non leggo il messaggio ma archivio…

 

Lo leggerò, un giorno forse, se ce la farò di nuovo a leggerti.

 

I messaggi e le mail mi dicono che lui mi pensa, non ho bisogno di leggerli, mi basta la cadenza.

 

Il suo comunicarmi la sua presenza in fondo mi aiuta a mantenermi in vita.

 

Non posso dirti che vorrei che fossero di più, come quando c’ero. Stai inaridendoti, buttato all’aria anche il tuo bene…

 

E allora archivio. Il cellulare non lo uso neppure più. Lo lascio solo acceso in carica. So che lui sa che ci sono, in un modo o nell’altro.

3 Risposte a “Racconti – Segnali di presenza”

  1. em… ma è bellissimo…. sono appena tornata da una festa. mi sentivo che avresti postato… e ho acceso il pc, ed ecco qui nuove tue parole. sono stata bene stasera, avere vent’anni e riuscire a dimostrarli sorridendo è una cosa che mi fa bene… quasi come quel messaggio archiviato… ‘notte.

  2. ti penso così forte da far star zitto tutto il ronzio della tua mente…così forte che nemmeno ti riesce di pensare una sola lettera…così forte da non farti più pensare al minimo dolore…così forte che non c’è più il bisogno di veder scorrere rosso…

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