RACCONTI – Un blues (possibilmente di Statesboro) per Duane

Statesboro è una cittadina della Giorgia, un buco di culo del mondo, uno dei tanti degli States. Poco più di 25 mila abitanti, capoluogo della contea di Bulloch. Ha una particolarità. Nessun altro luogo negli Stati Uniti porta questo nome. Strano per le piccole realtà Ci sono nomi parecchio inflazionati. Di Fredonia, ad esempio, ce ne sono 11. Assurdo se si pensa a che nome sbilenco sia. Ma questa è un’altra storia. Quindi la canzone Statesboro Blues si riferisce proprio a lei. Chissà perché Blind Willie McTell il 17 ottobre del 1928 ha voluto dedicare una canzone a questo posto? Il brano è diventato uno dei tanti standard che popolano il blues americano. Un brano che in realtà già si ispirava ad un pezzo esistente: Up the Country Blues, del 1923, anche questo rifatto e reso noto anni dopo, dai Cannot Heat come Goin’ Up the Country.

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Ma non divaghiamo. Di versioni di Statesboro blues ne sono state fatte parecchie. Era nel repertorio di Taj Mahal ad esempio. E proprio durante un concerto di Mahal un giovane e stranito ragazzino di nome Duane, ma per tutto Skydog, sente quel pezzo e se ne innamora. E proprio sentendo questo pezzo decide di imparare a suonare la chitarra con lo slide, quel cilindretto di metallo che allunga i suoni rendendoli morbidi. Ma Skydog non ama tenere tra le mani quel pezzo di metallo. Preferisce usare una bottiglietta vuota di Coricidin, un farmaco decongestionate di cui fa uso. E proprio questa particolartà lo farà diventare uno dei 100 chitarristi più influenti della storia del rock.

Non è la prima volta che il ragazzo nato a Nashville nel 1946 si fa fulminare da un concerto. Era accaduto anche quando aveva deciso di imparare a suonare la chitarra. Si perché che impatto può avere per un ragazzino di 13 anni sentire B.B. King svisare sulla sua Lucille sul palco del Nashville Auditorium? Devastante. A meta concerto Duane allucinato si girò verso il fratello maggiore Gregg e gli urlò: “noi dobbiamo riuscire ad essere così”.

Fu in quel momento forse che i fratelli Duane e Gregg diventarono gli Allman Brothers band. E da qui occorre passare immediatamente al 12 marzo del 1971. Siamo sul palco del Fillmore East, uno dei locali che ha fatto la storia del rock, dove sono stati registrati decine di dischi, dove sono passate storie epiche, nonstante abbia avuto una vita relativamente breve: aperto l’8 marzo del 1968 ha chiuso il 27 giugno del 1971. Dicevamo che siamo sul palco che si trova al centro dell’ East Village di Manhattan a New York City, è il 12 marzo del 1971 e la band dei fratelli Allman vi è salita quasi per gioco. Un paio di concerti defatiganti a metà delle session di registrazione del terzo disco. La band si era formata il 26 marzo del 1969 ed aveva esordito su disco pochi mesi dopo, a novembre del 1969. Un secondo disco nel 1970, Idlewild South, un terzo in preparazione, Eat a Peach.

E proprio con una devastante versione di Statesboro blues iniziano il concerto quella sera del 12 marzo del 1971. Fatta così, per amore e quasi per scherzo, quella versione, mai incisa in studio, diventerà la versione definitiva dello standard americano dedicato alla cittadina della Giorgia.

Quasi per scherzo i due concerti del Fillmore East furono registrati e immessi sul mercato discografico, come riempitivo a luglio dello stesso anno, visto che l’uscita del nuovo disco è stata ritardata dall’arresto di parte della band, avvenuto a Jackson in Alabama per possesso di marijuana ed eroina. At Fillmore east diventerà uno dei dischi dal vivo più venditi, apprezzati, recensiti, incensati della storia, e anche l’ultimo disco uscito con Duane in vita. Skydog morirà in un incndente motociclistico a soli 24 anni a Macon, in Giorgia, il 29 ottobre 1971.

Quasi nello stesso luogo, poco più di un anno dopo, un altro membro della Allman brothers band morirà in moto, il bassista Berry Oakley, a tre isolati da dove si schiantò Duane. A Duane è dedicata forse la canzone più bella dei Lynyrd Skynyrd, Free Bird, scritta da Ronnie Van Zant nel 1973, e volendo qui la catena di morti si allunga, perché Ronnie morì il 20 ottobre 1977 quando il volo che trasportava la band da Greenville, in South Carolina a Baton Rouge, in Louisiana, precipitò. Ma anche questa è un’altra storia.