Racconti – Una sconosciuta da masturbazione notturna


Lo spigolo di questo bancone mi spinge dritto nella schiena, ma me ne accorgerò solo ore dopo quando il livido si farà sentire sulla colonna vertebrale altezza quinta vertebra.

La musica…
La musica non la voglio nemmeno considerare, anche se ci sono cresciuto con questa musica cosi pacchiana e fanfarona…
…urlando contro il cielo…

Anche lei urla, chi la mai vista…

Sarà che ultimamente ho frequentato troppo Silvia eppure questa lei mi piace da impazzire.

Il naso aquilino tremendo esce fuori dalla linea dei capelli… possente, i miei occhi si inchiodano li…. cazzo come glielo leccherei..

I capelli scuri con dei colpi di pettine biondo..

Gengiva alta e denti sporgenti, il dito incastrato se ne andrebbe da solo ad accarezzare i solchi che passano tra i denti gialli.

Almodovar non saprebbe fare di meglio e neppure Picasso..

…è semplicemente chimerica…

E’ donna…
E’ una donna..

E’ una sconosciuta che canta a squarciagola accanto a me canzoni con cui sono cresciuto e che sopporto poco.

E’ un cuba libre nella mano che raffredda i miei polpastrelli, solo loro..
…è un calore violentissimo che mi investe…

Sono io che mi innamoro a raffica delle imperfezioni, in mezzo a una vagone di fighe di gomma io mi incaglio in una profilo assurdo iberico di fattezza pomposamente difettosa…

Poi Carlo rovescia un cuba libre sul bancone, gli assurdi che tributano tributi finiscono le cartucce e lei porta via la curva rotonda del suo naso lontano..

Il freddo del piazzale e una pisciata tra le foglie ghiacciate….
…forse Diego mi fa una piadina..