Racconti – Wilma

La sera in cui la mia vita è cambiata, deragliando dai binari con forza altrui, mi hai detto: “Ti aspetterò”.

Li mi sono reso conto che mi amavi.

Non avevo mai creduto fino a quel momento che una donna, anzi ai tempi una ragazza, come te potesse amare uno come me. Non avevo mai creduto che una donna in generale potesse amare me.

Non ti ho mai abbracciato, non ti abbraccerò mai. L’ho sognato mille volte di abbracciarti. Anzi ho sognato mille volte di poter almeno tornare a parlare con te. Ma le regole sono rigide, fisse e spietate. E io le avevo accettate, e tu ancora le vivi.

In questi quindici anni passati dalla sera in cui mi dicesti: “Ti aspetterò”, il nostro sguardo si è incontrato, incrociato, parecchie volte. La città dove viviamo è piccola e capita di incrociarsi. E poi so che chiedi informazioni su di me quasi ogni settimana.

Io informazioni su di te non ne chiedo, mi arrivano lo stesso. So che sei ancora sola, che in questi 15 anni solo una volta hai cercato di innamorarti, ma con poca convinzione.

Ieri sera ti guardavo. L’annuale riunione del gruppo a cui ancora partecipo, anche se come fantasma, è per me sempre una tremenda sofferenza. Ci sei sempre tu, ogni anno più segnata dalla tristezza in volto. Ti guardavo spudoratamente, girato indietro rispetto a tutti gli altri. Tu avevi il viso immerso nella lettura del libro dei canti. Ma so che mi vedevi. Anche se sono 15 anni che non sto vicino a te ancora riconosco il tuo rossore.

Non ti ho mai abbracciato. Il tuo nome mi scivola sempre dentro la testa: Wilma.

C’era una vecchia canzone di un gruppo che meriterebbe di stare a fianco alle grandi band della musica wave italiana che si intitolava “Niente insetti su Wilma”, la ascolto

Niente insetti su Wilma, sulla bocca e sugli occhi di pane. Niente insetti su Wilma nella mano una pillola amara brinda allo specchio al suo viso perfetto ed alla sua immobilità”.

E poi più avanti: “Niente insetti su Wilma una tra le sette vergini al bosco…”.

Lo so. Hai quasi 40 anni e sei vergine davvero. Le regole del gruppo sono ferree. Non ti sei sposata per cui sei ancora vergine. E mi sorprendo a pensare: chissà se ti sei mai masturbata pensando a me?

Forse lo hai fatto, sentendoti poi tremendamente sporca e sola. Io non l’ho mai fatto pensando a te. Come potrei? Sei stata sempre e solo un’idea che non si è mai concretizzata, anzi che non è mai esistita.

Mi sono reso conto di te la sera in cui ho perso la mia vita, e quindi anche te. Definitivamente. Le regole, le regole. Nel momento in cui mi sono reso conto che c’eri, che se te l’avessi chiesto mi avresti abbracciato, e dio sa solo quanto ne avrei avuto bisogno in quel periodo, nel momento in cui ti sei concretizzata… non c’eri più.

Provo a cercare il tuo nome e cognome in rete. Chissà mai che trovi una mail, ti scriverei ora. Ho cosi tante cose che vorrei dirti, cosi tante.

Chissà se hai ricevuto quella stupida lettera che ti scrissi qualche giorno dopo la mia cacciata dal gruppo. Volevo dirti che avevo capito che c’eri…

In realtà non ricordo cosa ti scrissi, ricordo che ti scrissi. Quello si.

In questi 15 anni ci sono stati momenti, brevi, istantanee, in cui ti ho davvero sentito. Quella volta alla riunione generale a Milano in cui passandomi dietro mi sfiorasti leggermente, solo un soffio.

Dio sa quanto avrei voluto girarmi a prenderti tra le braccia. Ma non posso, le regole, le regole. Ti farei solo del male. Non posso farlo, non potrò farlo mai.

Non c’è soluzione a questo rebus. Wilma per me non dovresti esistere. Io per te non dovrei esistere. Eppure so che mi pensi. Ogni settimana chiedi a mia madre come va con il lavoro, come sto con la salute. E lei mi riferisce che mi aspetti ancora.

Ma perché lo fai? Perché vuoi farti male? Perché?

Non c’è condono lo sai, non c’è perdono, non c’è marcia indietro. Non ci siamo.

Ci sfioriamo di tanto in tanto ma viviamo su due piani paralleli, due realtà diverse.

Wilma, avrei potuto amarti, lo sai?

4 Risposte a “Racconti – Wilma”

  1. come sempre a questi racconti di vita vera Em non so cosa dire, ma so che riesci a trasmettere un nugolo di emozioni non indifferente tramite le parole.

    Giulia

  2. Molto bello

    toccante

    sempre in bilico fra regole e parole in/frante

    e tu ema un grande.

    In questi racconti sei di una dolcezza lucida e onirica allo stesso tempo

    che quasi fa male.

    abbraccio forte

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