Piacere e dolore si miscelano in maniera definitiva e paurosamente affascinante
Decanta dentro il mio dolore
matura cambiando sapore e odore
diventa organo di riserva
materia che manca al mio interno
declino la voglia di scioglierlo al sole
lo incarto, lo cingo, gli dono piacere
Lo sfoggio orgoglioso in mezzo alla gente
lo coccolo in casa, non gli manca niente
si prende il mio sangue e poi si colora
se lo lascio a vista si stende al sole
lo guardo che cresce un figlio perfetto
un figlio già armato pugnale nel petto
Se cado in ginocchio ricolmo di male
mi aiuta a rialzarmi per poi infierire
non posso morire neppure dormire
toglierei la sua essenza respiro vitale
mi gira la testa se cala di tono
lo riempio di vita e gli chiedo perdono
Incido le parole cruciali sulle piastre didascaliche
molto bella, ed intonata con il mio post,ciao.
bellissimo ma crudo
gli errori come dici tu non fanno parte della nostra carta d’identita verso gli altri
un abbraccio
eccomi…
oibo’, le non ho l’audio sul pc e dovro’ aspettare prima di sentire le canzoni (non sapevo che facessi pure quello…) Testi duri, dolorosi e affascinanti, anche se richiamano a un mondo molto lontano dal mio, Emanuele. Ma i mondi sono molti, e molte, moltissime, le sue sfaccettature, i suoi modi di accettarlo e di accettarsi. Curiosa ora di sentire la musica, e curiosa di leggerti ancora.
un abbraccio,
Daniela
Daniela, che piacere ritrovarti dopo quanti anni, 10, dai tempi di SF. Si come vedi da quai tempi ho approfondito e appiccicato addossoc erte tematiche, che anche allora mi segnavano… grazie