Non riconosco più le convenzioni. Un corpo pur mutando è spesso il parametro che utilizziamo per la conoscenza di quelli che stanno nei nostri orizzonti.
Il mio corpo si ribella. Chiede dolore per mutare direzione, chiede fluido per nutrirsi, chiede di essere riscritto in base a quello che vorrei essere.
Eppure il dolore sfuma e poi arrivo a stanotte, notti come stanotte, in cui vorrei raggomitolarmi tra le braccia di qualcuno di cui mi fido e piangere a dirotto.
Anche le lacrime sono salate come il fluido che vorrei mi dessi tu che mi abbracceresti stanotte…
Il mio sangue invece è dolce e ferroso, rosso scuro e vischioso, e copre come un velo le parti del mio corpo di cui mi vergogno e che vorrei mutassero per sempre.
Il sesso denudato dal suo maschile aspetto, cuore di Ipazia, donna e filosofia che scivola sempre più in me.
Ipazia forse la prima matematica che la storia ricordi.., martire lapidata dai cristiani (perchè gli scempi ci furono da entrambe le parti), ebbene essere donna libera ha sempre un costo.
Ma tu ema lo conosci salato..
bacetto….
va tuttobene, tutto ciò che possa rendere giustizia alla mia Maestra, la grande Ipazia.
felice che la mia personale visuale non ti sia dispiaciuta
osservo , leggo, penso… vi assorbo un po’… D.