Welcome in Fredonia

L’Home Plate cafè di Fredonia nel Nord Dakota

Questo è il primo capitolo di un libro che forse non uscirà mai…

L’Home plate cafè si trova al 104 della Main Street di Fredonia. Probabilmente non ha mai visto 12 clienti forestieri in un colpo sono. Dolici clienti vuol dire oltre il 20 per cento della popolazione della city, si perché Fredonia ha lo status di city, presenti contemporaneamente nel locale. Fredonia sembra un nome assurdo, inventato. Eppure ci sono sedici luoghi negli Stati Uniti che hanno questo nome.

 

Si va dal profondo sud al profondo nord. In Alabama? Cerco che si. In Arizona? Anche, nella contea di Coconino, fa 1.314 abitanti. Ma c’è una Fredonia anche in Arkansas, 476 abitanti nella contea di Prairie. E poi in California, nello Iowa, contea di Louisa, 251 anime. E ancora di ben 2.482 abitanti nella contea di Wilson in Kansas, di 420 nella contea di Caldwell nel Kentucky. La Fredonia che si trova nello stato di New York è una vera piccola cittadina con le casette allineate e colorate e 11.220 abitati, la nella contea di Chautauqua. E poi 652 abitanti per quella del Pennsylvania, contea di Mercer; 2.903 nella Fredonia della contea di Ozaukee nel Wisconsin; 1.723 in Michigan e poi ancora South Carolina e ben due in Texas.

 

Ma la Fredonia del Nord Dakota è la città delle sedici con meno abitanti, 51. E quella con la più grande escursione termica: 100 gradi, da meno 51 a più 49 per i record storici, ma record a parte si passa da meno 35 a più 35 in un battibaleno, posto di gente temprata.

 

A Fredonia, la nostra Fredonia, l’unica Fredonia da qui in avanti, c’è un solo piccolo locale: L’Home plate café. Che uno pensa che in una city da 51 abitanti persa nelle asperità del Nord Dakota, con le strade sterrate, uno dei tanti buchi di culo freddi dello stato americano con più estensione e meno abitanti, 183.272 chilometri quadrati quasi mezza Italia, per 671 mila abitanti. Insomma come se gli abitanti di Genova invece che starsene pressati in 243 chilometri quadrati avessero a disposizione tutta l’Italia da Firenze in su.

 

Insomma dicevo, uno pensa che un locale così, perso nel nulla rurale e freddo del Nord Dakota serva birra rancida e maxi hamburgher. Invece no. L’Home plate cafè fa cucina tipica tedesca e russa: strudel, gnocchi, formaggi. Soprattutto la terribile Knoephla, la specialità del posto. Uno gnocco spesso e gommoso, la parola in dialetto tedesco significa manopola. Un impasto attaccaticcio di pollo lesso e patate lesse quasi stufati. Delle pallette collose che possono essere servite da sole o immerse in una zuppa. Una cosa classica da cucina tedesca della fine dell’800.

 

C’è una spiegazione per cui lo Knoephla è servito qui, o nel Minnesota e non più in Germania. Questa terra aspra e scontrosa fu colonizzata alla fine dell’800 da immigrati tedeschi che fuggivano dall’impero Russo prossimo al disfacimento. Cosi mentre i bolscevichi stavano per abbattere il regime zarista di Nicola II dalla periferia dell’impero su fuggiva nel Nord Dakota. E così nel luglio del 1918 mentre la fine dei Romanov si avvicinava Fredonia era nata da una manciata di anni. Insomma questa strana radice europea fa dell’Home plate cafè un posto strano. Di frontiera, come se la frontiera non fosse quella tra Nord Dakota e Canada, il confine da qui dista circa 400 chilomentri, ma la frontiera tra Stati Uniti ed Europa. Ma le periferie di questi macro stati.

 

“C’è gente che viene sin da Fargo per mangiare i miei Knoephla”, sputacchia il cuoco proprietario dell’Home plate Irving Gackle. A Fredonia si chiamano quasi tutti o Gakle o Billigmeier, come i due fondatori. Già Fargo, la cittadina resa famosa dai fratelli Cohen nel 1996, anche se il film omonimo fu girato in gran parte in Minnesota, dista 153 miglia da qui. Dire Fargo a Fredonia e come dire New York per un abitante del New Jersey. Non c’è nulla oltre quello che veniva chiamato Cancello del west.

 

Dopotutto Fargo fa 90 mila abitanti e la sua gemella West Fargo 21 mila. Più di un sesto degli abitanti del Nord Dakota sono concentrati la. Più del doppio della capitale dello stato, Bismask, che ne fa 58 mila e che dista 124 miglia da Fredonia, ma verso il centro della nazione e non verso il mare come Fargo. E poi Fargo è ad un soffio da Minneapolis. Ma siamo già nel Minnesota e per uno del Nord Dakota uscire dallo stato è impensabile. Insomma Fredonia è in mezzo al nulla. L’Interstate più vicina è la 94 ed è a 62 miglia da qui, passa da Jamestown, che con 14 mila abitanti è la sesta città più popolata dello stato. Per arrivare a Fredonia bisogna percorrere strade malfamate e deserte.

 

Lasciare la 94 e avventurarsi prima sulla Us Higway 281 e poi sulla disastrata provinciale 56 fino ad arrivare qui. Sulla 56 volendo si possono anche scordare le rigide regole del codice della strada degli Stati Uniti. Non c’è un semaforo per miglia, neppure una stazione di servizio, neppure una casa, un posto di soccorso nulla. E pensare che sulle Interstate anche se solo bucate una ruota, senza bisogno di chiamare nessuno, nel giro di pochi minuti sarete affiancati da un auto di soccorso. Ma qui no.

 

Eppure Irving ha ragione. Ci sono persone di Fargo che di tanto in tanto fanno una gita a Fredonia per mangiare i suoi gommosi Knoephla e per passare una giornata in campagna. Gente temprata. L’unica recensione che si trova in internet, su un servizio di ristoranti americani, dell’Home plate cafè è scritta proprio di uno di Fargo. Trentquqttro recensioni per lui, collaboratore senior del sito. E una persona ha cliccato per dire che ha trovato utile la sua recensione.

 

L’Home plate cafè è una finestra sulla comunità di Fredonia. Irving cucina anche una squisita, sempre secondo la recensione, torta di banane e crema che è adorata dai vecchi e dai bambini della contea di Logan.

 

Quegli stessi vecchi e bambini che adesso stavano guardando con curiosità alle 12 persone forestiere che erano entrate nel giro di pochi minuti nel locale. Gente strana, mai vista. Ognuno diverso dall’altro. Tutti spaesati. Tutti giornalisti, stando alle loro parole. Ma che diavolo ci sarà mai da raccontare a Fredonia?  L’ultima notizia degna di nota è stato l’incendio del locale che si trovava qui prima dell’Home plate cafè nel 1936. Ci sono le foto alle pareti.

 

Tutti i foresti entrati oggi nel locale le guardano incuriositi. Nessuno si era mai reso conto che la contea di Logan, 2 mila e poco più abitanti di cui 900 concentrati nel capoluogo Napoleon, avesse una decina di organi di stampa. Cosa ci sarà mai da raccontare? A Napoleon ci sono 420 case, 238 gruppi famigliari. Il 99 per cento della popolazione è bianca e vecchia, il 33 per cento degli abitanti ha più di 65 anni. Eppure questi distinti signori paiono tutti seri giornalisti da città con milioni di abitanti.

 

“All The Environment seguiamo anche tutta la cronaca del territorio fiori Logan, fino anche a Jamestown, racconta ad Irving uno che si qualifica come Anthony Fat. E’ stato il primo a mettere piede all’Home plate nella giornata che cambierà la storia di Fredonia.