Racconti – Bramando Maddalena

Sei bella e speciale. Non ci crede Maddalena. Non crede alle mie parole e crede di non avere nulla da raccontare. Sopratutto mente.

Mente al suo corpo, mente a se stessa, mente a tutto il mondo. Ma non mente a me. Non ha bisogno di mentirmi. Non ha bisogno di fingere e di nascondersi perché io guardo le sue tette, guardo il suo culo, guardo il suo cuore che sgocciola umori che sono della stessa sostanza di quelli della sua figa.

Maddalena, bramo le tue tette.

Vorrei vederle con gli stessi occhi con cui le guardi tu. Come ti guardi quando il tuo corpo vince per un attimo la battaglia con la mente che guizza sotto la tua pelle? Lo vedi in quel secondo, quel attimo minuscolo che sei bella?

Allora forse tu dovresti guardarti con i miei occhi. Vedere e sentire come ti vedo. Vedere le tue tette con i miei occhi. Forse sarebbe lo scacco matto della tua battaglia.

Ma come un orgasmo durerebbe poco, un attimo, una scossa. Per questo forse non voglio pensare ad orgasmi con te Maddalena. Voglio parlare, sentire l’odore della tua pelle, il tuo fiato caldo vicino. Immaginare la tua figa bagnata che tenta di uccidere il tuo ragionare.

Quanto fatico a spazzare via il tuo ragionamento per trovare scampoli. Maddalena mi guarda.

 

Ecco vorrei vedemi con i suoi occhi. Sentire che cresce la bolla di nulla che avvolgerá ogni suono. Un silenzio ovattato e con poca luce che mi dia l’opportunità di appoggiarmi al suo seno.

“Toccami le tette”.

No Maddalena. Voglio solo avvicinare il volto al tuo seno e sentire il profumo mentre guardo che sale e scende al ritmo del respiro. Ė tutto, ė tanto. Di più non posso. Non posso pensare di scoprirlo il seno. Di toccartele le tette, di leccarle, di immergerci il mio sesso, la mia lingua.

Non posso pensare di bere i tuoi umori, non posso pensare di leccarti l’e gambe, tra le gambe, i glutei, il culo, infilarti la lingua dentro. È troppo. Troppo tanto per me. Il solo immaginarlo mi fa mancare il fiato.

Mi fa mancare la ragione e la lucidità. Forse sarebbe la ragione spazzata via a soccombere.

“E pensare che credo di non avere nulla da raccontare”

Perché me lo dici così? Perché vuoi farmi girare la testa?

“Mangiamele” lo dici mentre anche la tua ragione vacilla.

Lo dici mentre slacci il reggiseno e lasci che il tuo seno si interponga tra noi. Lasci che le tue tette siano la mia testa. Spazzino via la mia testa.

“Non le vuoi?” Maddalena Cristo non so più cosa voglio.

Non respiro più sei tridimensionale adesso.

Ma sfuggi. Sfuggi via nel pensiero perché io devo ancora immaginarti. Costruirmi il tuo profumo. E anche se non lo conosco so come è. Maddalena ti bramo.