Cinema (Jess Franco) – L’evoluzione della vampira sessuale (Doriana Gray)


Può esistere un hard d’autore? Lo zio Jess, Jesus Franco, ci era arrivato 33 anni fa, ben prima che in Italia circolassero i primi mezzi esperimenti di hard core. Ci era arrivato seguendo il suo personale percorso artistico fatto di donne dominanti e vampire, femdom al quadrato,  ma comunque schiacciate da”qualcosa”. Un mondo fatto di sessi femminili in primo piano oscillanti tra il disturbante e l’opera d’arte (l’origine del mondo dopo l’arrivo di Franco nel cinema non è più il dipinto di Gustave Courbet esposto a Parigi da ma la vagina di Lina Romay, protagonista quanto lei dei suoi film).

Utilizzando a mo di traccia il romanzo di Oscar Wilde del 1891 “Il ritratto di Dorian Gray” lo zio Jess nel 1976, nel periodo in cui rimbalzava tra Germania e Francia, confeziona un hard d’autore di una bellezza estetica che va oltre il movimento ormonale che vuole raccontare.

“Das bildnis der Doriana Gray”, o più semplicemente “Doriana Gray” è stato girato tra Svizzera e Germania Ovest in pochi giorni schiacciato in mezzo a due delle pellicole più conosciute del cineasta iberico: “Jack the ripper”, che vide nientemeno che Klauss Kinki alla sua corte, e

Greta la donna bestia il miglior women in prison di Franco con la belva delle Ss Danne Thorne.

Qui tutto si appoggia sulle spalle, o meglio sulle tette e sul sesso, della travolgente Romay, che doppia il ruolo con cui Franco l’aveva scoperta e lanciata dopo la morte della sua musa primordiale Soledad Miranda, ma prima che diventasse sua moglie.

Dall’estetismo di “La comtesse noire” viene ripresa la storia della vampira assetata di liquidi corporei. Da “Vampyros lesbo” la traccia narrativa. Qui la Romay interpreta Doriana e la sua sorella pazza. Mentre una si nutre di fluidi corporei l’altra è presa da deliri masturbatori sadomasochistici nella clinica in cui è rinchiusa

Nel plot, come detto, entrano alcuni elementi di “Vampyros lesbo” e di “La comtesse noire”. Una giornalista americana visita i castello dove vive Doriana, separata dalla nascita dalla sorella pazza. Torna il tema del vampirismo sessuale, gia visto nei due film citati, solo che si fa molto più esplicito. Si sfonda la porta dell’erotico delle due passate pellicole per entrare a pieno titolo nel mondo dell’hard con i rapporti sessuali ripresi senza filtri.


 

Ma se si cerca un porno masturbatorio da fast forward e “macho” si rimarrà delusi. Il film ha un plot, un pathos, una storia, un senso e soprattutto come sempre nei film di Franco mette l’uomo parecchi piani sotto la donna, sia visivamente che a livello di spessore.

Narrato da una voce out, quella della giornalista compiacente, ha lunghi dialoghi e momenti di un estetismo di immagine ispiratissimi. Certamente si tratta di un film girato per fare cassetta. Ma vale la pena di vederlo, se non altro per capire lo sviluppo del tema della donna vampiro sessuale che tornerà altre volte nella cinematografia di Franco, penso al recente “Killer barbyes”, dove l’italianissma Mariangela Giordano  interpreta la contessa von Fledermaus.

Altri titoli con cui il film è uscito mettono in chiaro il suo contenuto: “Dirty Dracula”, “Ejaculations” e “e Marquise des Sade” oltre ad un didascalico “Le portrait de Doriana Gray”.