Cinema – Monache morbose – Jess Franco part 1

 

 

Come promesso prosegue l’escursus nel cinema di genere spagnolo, in particolar modo su quello di Jesus Franco.

 

Impossibile fare una carrellata generica sul regista spagnolo. La sua attività, iniziata nel 1959 e al di la dal concludersi (due film di prossima uscita), conta oltre 170 pellicole.

 

Un outsider che al motto: per fare cinema occorre solo una cinepresa e liberta, nella sua carriera ha affrontato tutto lo scibile del cinema di genere: horror, hard, nazi, zombi, poliziesco… insomma un Aristide “Joe D’Amato” Massacesi in salsa iberica ma… molto più prolifico.

 

E allora mi limiterò a raccontare alcune pellicole del regista, così senza una cronologia o un senso, solo seguendo il mio istinto cinefilo.

 

“Confessioni proibite di una monaca adolescente”, anno di grazia 1977, una titolo che nella traduzione in Italiano svia parecchio da quello che è per davvero il film. Vizio nostrano, quello di sviare, che ancora oggi impera (l’ultimo dei fratelli Coen da “Burn afert ready” è diventato un “A prova di spia” che centra davvero poco…).

 

Ma torniamo a Jess Franco. Molto più rende il titolo originale della pellicola: “Liebesbriefe einer portugiesischen Nonne”. Un titolo sensato avrebbe potuto essere “Lettera d’amore di una monaca portoghese”, ma avrebbe forse sviato ancor di più dal corpus della pellicola.

 

La trama in breve. Maria è una pudica sedicenne figlia di una squattrinata donna portoghese del ‘800. Un giorno mentre gioca con il suo fidanzatino viene sorpresa dall’inquietante padre Vincent che decide di strapparla alla madre e rinchiuderla in un disperso convento. Vista l’estrema povertà la ragazza accetta, in fondo ama Dio e la strada della monaca non le dispiace affatto.


 


Ma appena giunta al convento capisce da subito che c’è qualcosa che non quadra. Alla sua prima confessione padre Vincent le fa raccontare di un sogno erotico fatto e si masturba rumorosamente mentre è con lei in confessionale.

 

Bella sua celletta viene accolta da due novizie che con la scusa di un gioco con una mela la baciano, poi arriva la badessa, la visita per comprovarne la verginità, la spoglia e la vesta di un cilicio indossato su seno e glutei.

 

Ma Maria soffre e chiede a Dio di aiutarla. Intanto scopriamo che in realtà nel convento si adora Satana e sono parecchi i riti magici a sfondo sessuale che si svolgono nelle notti morbose del convento.

 

Maria cerca di comunicare alla madre le sue perplessità ma la sua lettera viene intercettata e qui inizia il calvario. Prima è costretta ad una fellatio con padre Vincent e poi in un rito esoterico viene deflorata da Satana in persona.

 

Riesce a sfuggire cercando di contattare l’inquisitore ma viene ricondotta al convento. Dall’inquisitore ci finirà lai. Accusa la badessa e padre di blasfemia sessuale e viene costretta a ritrattare a suon di terribili torture.

 

E lei a venire condannata a morte. Poco prima di essere portata sul rogo scrive la lettera d’amore a Dio, del titolo, e la affida al vento. Vento che le restituisce quel che le sta per essere tolto facendo cadere la lettera tra le mani del re del Portogallo che interrompe l’esecuzione e fa giustizia.

 


Un fulleeiton drammatico dalle forti tinte erotiche. La forte morbosità del connobuio sesso e religione si vive sin dalle prime battute della pellicola. Scene di nudo si ma molte meno che in pellicole più recenti di Jess Franco. Un nudo sempre improntato alla morbosa paura, lontanizzimo dalle tette gioiose di Russ Meyer, ma anche dal sex and violence di altre pellicole dello spagnolo.

 

La colonna sonora con musiche goticheggianti sottolinea a dovere la teribile atmosfera che si respira. Certi passaggi rimangono davvero nella testa. Il sangue che scende sulle forme lolitesche di Maria, quando il suo corpo nudo è in tensione nella macchina della tortura. Ma anche quando viene posseduta da tergo dal maligno, appoggiata col viso alla schiena della badessa quasi nuda, con addosso solo qualche parte del vestito da suora, che si sa fa morbosità di suo, e tutte le altre novizie che scoprono i seni offrendoli al rituale.

 

Un paio di note finali. Il titolo originale in tedesco non è un caso. Il film dello spagnolo è ambientato in Portogallo ma è girato nella Svizzera tedesca e nella Germania dell’Ovest.

 

La copia che si trova ha alcune parti non doppiate dal tedesco, qualche minuto che non rovina la visione della pellicola.

 I dati tecnici per finire.

 

 Produzione: Avis Ascot Elite – Distribuzione: Roberti Indipendenti regionali – Soggetto: Manfred Gregor – Sceneggiatura: Manfred Gregor – Fotografia: Peter Baumgartner – Montaggio: Marie Luise Buschke – Musiche: Walter Baumgartner – Formato: Panoramica color – Durata: 85′.

 

Cast: Susan Hemingway, William Berger, Ana Zanatti, José Viana, Vítor Mendes, Victor de Sousa, Herbert Fux, Aida Vargas, Herman José, Anton Diffring, Esther Studer, Dagmar Bürger, Patricia Da Silva, Isa Schneider.

 

 

 

 

2 Risposte a “Cinema – Monache morbose – Jess Franco part 1”

  1. Conoscendo il mio forte anticlericalismo, non potrei mai vedere un film del genere. Quel poco di buono che mi è rimasto nei confronti del clero potrebbe andarsene troppo in fretta.

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