Cinema – Wip alla Jess Franco (Greta la donna bestia)

 

 














(alcune cover del film “Greta la donna bestia” di Jess Franco)


Tra i sottogeneri del cinema, di genere appunto, c’è n’è uno che ebbe una grande fiammata di successo negli anni ’70, un po’ in tutto il mondo, per poi sparire presto, degenerando molto più degli altri nell’hard.

 

Wip, acronimo di women in prison, e già così non ci sarebbe bisogni di aggiungere altro oer far capire il tenore delle pellicole che ne fanno parte.

 

Un capostipite assoluto e riconosciuto in tutto il mondo “Ilsa la belva delle SS”, di Don Edmons, pellicola americana, ma girata in Germania, del 1975, che lanciò il genere della poppota torturatrice sadica, interpretato dall’incredibile Dyanne Thorne, che da qui in avanti avrà appiccicato addosso il marchio di Ilsa, che interpreterà anche nel sequel “Ilsa la belva del deserto”.

(Dyanne Thorne in Ilsa)

 

Ma vorrei tornare a Jess Franco, di cui sto approfondendo con piacere la filmografia e di cui ho iniziato a parlare nel post precedente.

 

Il prolifico regista cult spagnolo, quasi 200 film in 40 anni e passa di carreira, firmò nel 1977 un seguito apocrifo di Ilsa. In Italia è conosciuto come “Greta la donna bestia”, anche se in mezzo mondo usci come “Ilsa the wiked warden”, o addirittura come “Ilsa the ultimate perversion”, con copertina che vede svastiche e divise naziste, a voler riallacciarsi all0Ilsa originale.

 

Ma stile e ambientazione sono completamnte diversi. Ilsa era ambientato negli anni ’40 in Germania durtante la guerra nei campi di concentramento mentre Greta è ambientato in ua clinica per devianze sessuali in un non specificato paese del Sudamerica negli anni ’70.

 

Ma il trait-d’union non è casuale, Ilsa e Greta hanno lo stesso volto, quello della già citata, maialissima e perversissina, Dyanne Thorne (e pensare che aveva esordito in una puntata di Star Treck!!).

 

La trama.

(alcune immagini da “Greta la donna bestia”)

 

Si parte con una rissa di ragazze nude sotto una doccia, guardate da terribili e giunoniche secondine in divisa. Una fugge via. Fino alla casa di un dottore, lo stesso Jess Franco, che capisce che qualcosa non quadra. Ma prima che il dottore possa chiamare la polizia arriva la direttrice della clinica Greta e riprende con se la ragazza.

 

Scena a seguire. Il dottore è in una riunione. E’ arrivato il comunicato che quella ragazza è morta, ed è stata cremata. I dubbi sulla clinica sono tanti. Alcuni ambienti politici vorrebbero vederci chiaro.

 

Il dottore viene contattato da una ragazza, la sorella della morta, che riesce a farsi spedire nella clinica per indagare su cosa è successo.

 

E qui iniziano i fuochi d’artificio. Le ragazze si devono chiamare solo per nome, 41 la indagatrice, conosce 10, Juana, leader delle detenute, e amante oggetto di Greta, che si invaghisce di 41. Cosi come 14, un transessuale.

 

Le indagine di 41 portano a scoprire la verità. La clinica è solo una copertura per torturare oppositrici del regime, segregate in una segreta sotterranea.

 

Juana la ama e odioa 41. la difende da Greta, arrivando a farsi torturare con spilli nel seno per difenderla, ma la sottometta, facendosi prima lavare il sedere, poi leccare gli stivali, poi leccare il sedere dopo aver defecato…


Intanto come sottotrama l’aiutante di Greta gira snuff movie che vende ad un impresario hard. La cosa lo porterà a aizzare la rivolta per girare uno snuff con morte. Infatti le detenute si ribelleranno, dopo che 41 viene ridotta ad una larva dagli elettoschock, sbranando la dottoressa in una scena cannibalesca finale davvero notevole.

 

Jess Franco infila nella pellicola tutto il morboso piacere per il sesso violento. Attrazione e repulsione con le ragazze che sono nude dall’inizio alla fine.

 

Juana, 10, intereprtata da Lina Romay, che è da anni musa di Jess Franco, e che ha girato 110 film, quasi sempre ignuda, e che assomiglia molto, troppo, a Ingrid, starlette della Higtide nel genere Kaviar…

E per finire una scena da “Ilsa)