Cinema – Ultracorpi zombizzati

E’ stata una delle invenzioni  più semplici ed in contempo più felici del cinema di fantascienza degli anni’50, pregna di angosce che  hanno contaminato decine di altri film. Due remake, uno degli anni ’70 e uno negli anni ’90 che  hanno permesso al loro mito di perpetrarsi.

Stiamo parlando dei mitici baccelloni altrimenti conosciuti come ….

 

ULTRACORPI

 

L’idea avuta da Don Siegel nel 1956 era di una semplicità sconvolgente e proprio per questo di immediata presa.

Si teorizzava nel film ’L’invasione degli ultracorpi’ (USA 1956 b/n 80 min.) un invasione aliena ‘dolce’ e strisciante e proprio per questo più violenta.

Degli alieni a forma di grossi baccelli inerti sul fondo di un lago…. nessun effetto speciale niente splatter e sangue, solo una forte carica emotiva di paura dell’ignoto invisibile.  In un epoca di maccartismo, di minacce striscianti, aver a che fare con degli esseri non ben definiti che nottetempo senza che il malcapitato si accorgesse di nulla si sostituiscono a lui in tutto e per tutto diviene una paura ‘forte’ e non controllabile L’unico indizio che permette agli umani di comprendere di non aver più di fronte un umano  è una sorta di atarassia che pervade il malcapitato. I baccelloni non provano emozioni, e sono omologati ad un unico essere.. (l’idea di base sfruttata anche da Star Trek per definire la potenzialità dell’impero dei Borg)

 

Ora, pensate che il film usci nel 1956 in piena guerra fredda, in un paese, gli Stati Uniti, in pieno terrore della minaccia ‘comunista’ da una parte e ‘maccartista’ dall’altra… Ecco solo questi presupposti dovrebbero far capire quanto deflagrante fu l’impatto che la pellicola ebbe sul pubblico di quegli anni. In realtà il film ha dei connotati sociopolitici meno evidenti di quanto non si possa pensare ad una prima superficiale lettura, imperniato più su una sorta di deumanizzazzione che è esplicitamente individuale. La paura che esprime la pellicola è quindi più quella della perdita di identità dell’individuo che quella di un inglobamento politico non desiderato, nel  pieno processo di esplosione economica e tecnologica che in quegli anni spaventava molto più che oggi.

Basti pensare che la United Artist costrinse Don Siegel a inserire all’ inizio e alla fine del film un prologo e un epilogo che rendono il corpus della pellicola come una sorta di flashback… scampato pericolo quindi.

In seconda battuta la casa produttrice elimino i dialoghi intrisi di humor nero scritti da Sam Peckinpah co-sceneggatore non accreditato, quello che poi sarebbe diventato il regista dei perdenti… un film su tutti ‘Il mucchio selvaggio’…(Usa 1969 col. 134 min.)

Il futuro regista compare però in un cameo, è il lettore di contatori che dice a proposito del medico protagonista

Lasciatelo fuggire tanto non gli crederanno mai”…….

 

L’altra frase cult del film è quella che suggella il vero finale..

Il protagonista terrorizzato si rivolge alla macchina da presa, cosa anomala per allora, urlando la terrorizzante

You’re next”… voi siete i prossimi..

Purtroppo ammazzata dalla traduzione italiana in una meno incisiva:

“State attenti, non c’è scampo”

 

ANNI ‘70

 

 L’idea dell’invasione strisciante era talmente appetibile che non poteva mancare il remake. Ventidue anni dopo Philiph Kaufmann riprende in mano lo story e riscrive la storia inserendola nel clima politico del periodo.

Il film è ‘Terrore dallo spazio profondo’  (Usa 1978 col 115 min.) da non confondere con ‘Terrore nello spazio profondo’… che vedremo dopo…

 

Siamo nel 1978, finito il ‘maccartismo’ scampati gli americani al pericolo ‘rosso’….(pensa te) quelli sono gli anni della grande paura atomica… gli anni della paura imminente della fine del mondo.

Il regista si lascia quindi andare ad una serie di intrecci neri e senza apparente via di scampo, i baccelloni vinceranno, ergo la fine arriverà che noi lo vogliamo o no.

In questo film nasce l’idea dell’alieno delatore, che quando individua un umano lo addita con braccia tesa e dito puntato e urlo appunto ‘disumane’… idea che Ferrara nel terzo capitolo porterà alla perfezione.

 

San Francisco non è mai stata così cupa, quasi esclusivamente notturna.

Tra gli attori protagonisti del film un Leonard Nimoy che per una volta smette i panni del dottor Spock di Star Treck, vestendo panni molto meno rassicuranti… e Jeff Goldblum che di suo rassicurante non lo è già di faccia…

(ricordate ‘La mosca’? di David Cronemberg [Usa 1989 col 95 min.])

A fare da trait d’union troviamo un invecchiato male Kevin McKarty, protagonista del primo film, che vaga per la strada impazzito urlando

 

“Dovete fermarli”…….gli anni ‘90

 

Nel 1993 tocca al maledetto Abel Ferrara il compito di rivisitare la paura dell’ invasione dall’ interno. Il film era

Ultracorpi-L’invasione continua (Usa 1993 col 88 min.)


Il set sta volta è in una base militare dell’Alabama…

Il film è molto più solare, e proprio per questo inquietante.

I protagonisti vivono una sorta di terrore del sonno, stile ‘Nightmare’ di Wes Craven…(Usa 1984 col. 92 min.)

Le atmosfere notturne (firmate da Bojan Bazzelli) sono inquietanti ed incisive.

Il periodo politico purtroppo per Ferrara non offriva nessun forte appiglio e cui legare la paura del baccellone, così al regista non resta che buttarsi in una pletorica condanna dell’omologazione sociale che arriva un po’ banalmente dall’esercito.

Lasciando però perdere la forza storica della pellicola e guardandola solo come opera cinematografica allora si trova la rivisitazione più paurosa delle tre del terrore dell’invasione interiore. I baccelloni hanno lunghi tentacoli e si sostituiscono agli originali ‘succhiando’ letteralmente via il contenuto dall’ involucro…

 

La banda di ultracorpi a caccia di umani con le loro urla terrificanti rimane impressa per parecchio tempo.

 

Attorno al fenomeno degli ultracopri si possono ascrivere decine di pellicole che utilizzano la paura dell’ omologazione come leva per scardinarci via dalle nostre convinzioni di essere unici.

Una trilogia che si può avvicinare alla trilogia degli ultracorpi è senz’ altro quella degli Zombi di George A Romero.

‘La notte dei morti viventi’  (Usa 1968 b/n 96 min)

(con uno scandaloso sequel omonimo firmato da Tom Savini [Usa 1990 col 89 min])

‘Zombi’ (Usa 1979 col 120 min)

(con tre seguiti apocrifi, ‘Zombi 2’ di Lucio Fulci [Italia 1979] ‘Zombi 3’ sempre di Fulci [Italia 1988] e ‘Zombi 4’ di Jorge Grau [Italia/Spagna 1974, uscito come Non si deve profanare il sonno degli Zombi, rieditao nel 89])

e ‘Il giorno degli zombi’  (Usa 1985 col 102 min) ribadiscono con forza il concetto che contraddistingue i film su gli ultracorpi.

Addirittura nel primo film il senso di sopraffazione generato da l’esterno conformante che preme diventa fortissimo.

Chi ha visto almeno una volta quelle mani che si infilano nei buchi della casa a cercare cercare cercare……..Beh non se le scorda più.

 

Il finale è poi davvero tremendo, il povero sopravvissuto viene abbattuto come una bestia per la paura che anche esso sia zombi… il fatto che sia di colore contribuisce ad aumentare il senso di disagio che si prova nei suoi confronti (e non credo che sia un caso che nel remake di Tom Savini il sopravvissuto sia una donna, che però si salva…).

 

Il secondo capitolo sposto la critica sul mondo dei consumi e le scene dei sopravvissuti asserragliati nel Supermarket dove per abitudine i morti tornano… sono davvero cult. (anche se la versione che gira in TV è letteralmente massacrata dai tagli)

 

Un altro film strettamente imparentato con Ultracorpi e Zombi è lo splendido

Il demone sotto la pelle’  (Canada 1975 col 87 min) di Cronemberg che mixa a perfezione le idee dei due filoni.

 

Mostruosi esseri stile baccelloni che si ‘infilano’ nelle vittime trasformandolo in mostruosi zombi assetati di sesso….la scena della protagonista (una splendida  Barbara Steele) che viene ‘penetrata’ durante un bagno dal vermone… è davvero cult..

 

E qui Cronembreg mette in campo una delle sue più grosse paranoie la carnalità ‘aliena’ del sesso che lo ha portato alla visione apocalittica di ‘existenz’ (Canada UK 1999 col 96 min)…….ma qui si rischia di finire clamorosamente fuori tema.

 

Vale la pena di ricordare anche la versione italiana degli ultracorpi,

il gia citato ‘Terrore nello spazio profondo’ (Italia/Spagna col 86 min)  del 1965 di un giovane Mario Bava… Un gruppo di astronauti su di un pianeta tremendamente buio e nebbioso, ricostruito a meraviglia,  dove degli esseri incorporei attaccano i protagonisti per potersi reincarnare in essi.

 

Scendendo nella gia citata serie TV Star Treck ci sarebbero decine di episodi che prendono da un incipit del genere per finire alla paura dell’omologazione.

 

Io sono il prossimo

 

Anche se centra poco c’è un film che vale la pena di vedere per capire un po’ di più la portata che aveva la fantascienza catastrofica negli anni 50/60.

‘Matinée’ di Joe Dante (Usa 1993 col 99 min)

Dove troviamo un fantastico John Goodmann regista di film di fantascienza di serie Z che per presentare il suo ultimo film, la storia di un uomo che colpito dalle radiazioni diviene formica gigante,  appronta piccoli trucchi da usare nei cinema dove il film si proietta.

Quando nel 1962 arriva a Key West i suoi trucchi provocano il panico facendo passare in secondo piano gli avvenimenti gravissimi che davvero accadano in quegli anni.

I grandi si faranno prendere dalla paura atomica….

 


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