Arte – Trasversali intasate

E’ giunta felicemente al 71, si stampa a Vancouver, British Columbia, Canada e’ una rivista non-profit, che tira 85.000 copie,  i due terzi dei lettori risiede negli Stati Uniti, ma ha abbonati in oltre 60 paesi. I lettori sono una sorta di movimento trasversale, si va dagli attivisti politici stile WTO alle madri preoccupate dall’uso-abuso di diavolerie elettroniche fatto dai propri figli.
Stiamo parlando di

 


Divenuti celebri nel mondo per il lancio di alcune iniziative quali il Tv Turnoff week-end una sorta di boicottaggio al mezzo televisivo americano. Si chiedeva infatti di spegnere tutte le televisioni nei fine settimana per dedicarsi ad altre attività. Ma forse l’iniziativa più tagliente e più discussa fu quella organizzata in occasione del WTO di Seattle del 1999.

Il Buy_Nothing_Day che si svolse il 26 Novembre 1999. Si trattava di una  giornata mondiale contro il consumismo. L’iniziativa, nata nel 1997 da un’associazione di difesa dei consumatori, si e’ diffusa via internet in tutto il mondo e proponeva simbolicamente di non comprare nulla per un giorno, intendendo così protestare contro il consumismo sfrenato e lo sfruttamento dei lavoratori del terzo mondo e  contribui a dare i risultati che noi tutti sappiamo. Fu una delle spinte dal basso che permise l’aggregazione del cosiddetto ‘Popolo di Seattle’ che tanta paura fa ai potenti della terra.


Loro si danno la definizione di  terroristi dei media o media jammers. Il motivo è semplice, utilizzano le metodologie mediatiche per scardinare la forza dei media, cio avviene mediante la messa in opera di spot, di qualità professionale che vengono mandati in maniera molto incalzante su varie stazioni radiofoniche e televisive americane.

Quello che segue è il testo dello spot radiofonico martellato negli stati uniti in occasione del WTO di Seattle:

“I più grossi problemi economici del nostro pianeta sono realmente nell’agenda del meeting del Wto a Seattle? Sovrapproduzione? Consumi eccessivi? La crescita della povertà ? Un mondo completamente devastato dai prodotti chimici. Il progresso economico sta uccidendo il pianeta ? Andiamo a Seattle e mettiamo queste domande nell’agenda del WTO!”

 

The Culture Jammers Network 


La rivista Adbuster viene prodotta dal Culture Jammers Network che è una rete globale composta da artisti, scrittori, insegnanti, studenti, pubblicitari ed imprenditori che appoggia il nuovo movimento attivista sociale.
Lo scopo principale di questa organizzazione è quello di interferire nell’omologato panorama culturale odierno emettendo dei segnali di disturbo. Riuscire a scardinare le predisposizioni e le imposizioni dei media, staccarsi da la massificazione che imperante sta livellando tutti i settori culturali e sociali. In quest ottica rientrano le feroci parodie pubblicitarie della rivista o le campagne di sensibilizzazione contro le onde elettromagnetiche o contro la globalizzazione. 

Emettere segnali di disturbo nel panorama culturale dominante rappresenta il nuovo attivismo come la battaglia per i diritti civili lo fu negli anni 60, il femminismo nei 70, e l’attivismo ambientale durante gli 80.

 

INTENTI 

 

Quella che segue è la dichiarazione d’intenti che guida la rivista Adbuster e tutto il The Culture Jammers Network in generale:

” Noi vogliamo un mondo in cui economia ed ecologia procedano di pari passo. Cerchiamo di incoraggiare abitudini conformiste impegnate i nostri lettori a diventare da spettatori, a protagonisti in questo lungo ed impegnativo progetto. Vogliamo che la gente si arrabbi per la disinformazione che le corporation praticano, per l’ingiustizia dell’economia globale, e per ogni industria che ci inquina mentalmente e fisicamente Adbuster si dedica al rinnovamento degli ormai vecchi paradigmi della nostra cultura consumistica . Ci attrae tutto quel materiale che riguardi un profondo esame del declino nella civiltà, attacchi ambientali alle foreste, corse su tappeti sci-fi nel cyber-space o parodie umoristiche sulla cultura commerciale. Ma più di ogni altra cosa ricerchiamo idee brillanti e propositive per proseguire nel nostro lavoro di critica”. Pensiamo che la contrapposizione dualistica Destra/Sinistra rappresenti l’ incapacità di ripartire dai propri bisogni per cercare di rimodellare la realtà, cattive unicamente a difendere l’esistente”