Racconti (e visuali) – Nera

nera



Angolo a sinistra, in alto. Vicino alla colonna.

Prima ho sentito la voce, in mezzo a tante altre, un coro di Magnificat

Poi ti ho vista, la pelle bianca del collo e della scollatura incorniciata dall’abito nero e dai capelli neri.

Saresti piaciuta a Botero. Un corpo splendido a tre dimensioni, che statuario svetta nell’aria immobile e fredda della chiesa

Mi perdo a leggere la linea del seno che scende imperioso nell’abito di raso nero. E tu canti.

 

Liquida, scivola, una goccia di sangue, dentro..

Una goccia di sperma, la immagino scivolare tra i tuoi seni, scivolare, scivolare, scivolare…

Brilla.

 

Mi sento inchiodato a questa sedia. Se fosse un banco di chiesa potrei inginocchiarmi do fronte alla gotica tua bellezza e pregarti: “Nera avvolgimi per sempre”.

 

Ma fa freddo e mi fanno male le gambe, e tutta questa gente attorno non capirebbe, forse sarei preso per blasfemo, per eretico. Solo perché in una chiesa mi inginocchierei ad adorare una donna.

 

Portami via Nera, scendi da quel pulpito. Scendi seguita dalle voci del coro che magnificano in latino parole che non capisco. Scendi e prendimi per mano. Portami via, dietro alla fonte battesimale e battezzami col tuo liquido, caldo, vitale, organico.

 

Immagino una goccia, tua, scivolarmi sulla pelle e ustionarmi. Incandescente tagliare la carne fino all’osso. Immagino il tuo osceno sapore schiantarmi la bocca. Ninfa driade blasfema che urli.

 

E poi tutto tace e io sono solo seduto qui, attonito, lontano, immobile, in attesa della fine.