Racconti – Il Cristo mesto (Jeff Buckley)




“Bello questo paesino.. Mi ricorda molto casa mia, chissà come diavolo è successo che la band è finita in sto buco del culo del mondo per un concerto”.

 

Fa un caldo becco il 15 luglio del 1995. I rodies stanno montando il palco. Un palchetto piccolo rispetto al solito. Jeff se ne sta seduto su una panca nei pressi del palco. Sta mangiando una ciotola di fragole e davanti a lui sta seduta Luisa, una bella ragazza rossa di capelli che sta imparando il mestiere della giornalista per una grossa casa discografica.

 

Poco lontano in uno studio di registrazione casalingo Luciano sta preparando la festa di compleanno per l’amico Elvis. Vinicio invece dorma ancora, ma stasera sarà anche lui sotto il palco a guardare le dita di Jeff correre su una chitarra che sa Dio in che maniera è stata accordata.

 

E’ dura essere figli di una leggenda, Jeff lo sa. Tutti lo sanno, e nessuno fa domande sul suo rapporto con Tim. Nessuno avrebbe il coraggio di spezzare la poesia di quegli occhi tristi. Quest’uomo sembra un Cristo mesto, forse potrebbe anche camminare sulle acque.

 

Orange Country è in California, c’è il mare ed è vicino a Los Angeles. Ma l’aria della contea è quella da basa emiliana. A questo continua a pensare Jeff guardndosi in giro tra le strade e le piaze di questo paesino da 23 mila abitanti che, lui non lo sa, è crocevia di mille storie musicali, pittoriche, letterarie e di cronaca nera truce.

 

“Stamattina me ne stavo a leggere nel cortile del Palazzo dei principi”, racconta a Luisa mentre le fragole sono quasi finite, “e pensavo che forse potrei vivere qui”. Luisa sorride e pensa che se adora questo paesino rimarrebbe a bocca aperta davanti alla bellezza da crocevia delle culture della sua città, 400 chilomentri più a sud di qui.

 

Il palco è quasi pronto. Luciano posa la chitarra nel suo studio di registrazione e si cala nel ruolo di promoter da Pro Loco locale. Ha tanto detto e tanto fatto per avere Jeff qui, in quello che sarà il terzo e ultimo concerto che Jeff  farà in Italia. Tre date: 16 settembre del 1994 a Milano, 17 febbraio del 1995 a Cesena e stasera, 15 luglio del 1995 a Correggio, Reggio Emilia, il paese di Tondelli, del Correggio, di Antonio Allegri, dei Modena City Ramblers, per adozione dei Cccp, ma anche della saponificatrice Leonarda Cianciulli, e non da ultimo di Luciano, quello che sta diventando il coreggese più famoso: Ligabue.

 

Saranno due i nomi celebri che stasera saranno sotto il palco incantati dalle dita e dalla voce di Jeff, il Cristo mesto di orange country. Ligabue e Vinicio Capossela, nato in germania, di origine Irpina, redidente a Milano ma con radici emiliane profondissime.

 

Tra meno di due anni il Cristo mesto saluterà la compagnia e cercando di camminare sulle acque del Wolf River scomparirà per sempre. Stava andando a Memphis, patria di un altro Cristo, quello ingrassato. Ma questa è un’altra storia.

 

Tornaimo al 15 luglio del 1995. Alle 22 Jeff Buckley sale sul palco allestito per lui a correggio e incanta i fortunati che sono accorsi. La sua voce e la sua chitarra, e anche una canzone che hanno suonato in 100 mila, da Bono Vox a Bob Dylan, una canzone scritta da çeonard Cohen, ma che nelle nani di Jeff diventa una perla: Hallelujah.

 

Poi Jeff piano sparirà. Mangiando vietnamita senza farsi riconoscere e con una maglia da fatotirno nel ristorante di Chong a Orange County. Facendosi rampognare mentre canticchia un pezzo di

Whitney Houston in un bar di Memphis e cercando di camminare sulle acque del Wolf River il 29 maggio del 1997.

 

(tratto dal libro "Zombi rock")

 

5 Risposte a “Racconti – Il Cristo mesto (Jeff Buckley)”

  1. ero li` il 15 luglio 1995. mi ricordo il vento che muoveva i suoi capelli ed i miei…alle parole …that was so real… 
    ed ancora ci penso a quel giorno come fosse stato due giorni fa, e la malinconia mi prende forte. quella sera lui aveva toccato il mio cuore cosi`  che e` rimasto con me sempre. 
    Patrizia

  2. pensare che avevo appena pochi giorni quel 15 luglio.. 
    e adesso a 15 anni mi ritrovo con un buco nel petto.. 
    manca qualcosa.. avrei voluto incontrarlo! anche solo un momento! solo una nota! è una tortura vivere senza lui.. 

    ma non hai delle foto? non riesco a trovarne su internet..

     Linda

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