Racconti – Screaming Amanda

Le sue unghie si piantano nel braccio, il mio braccio, sento la carne che si taglia. Qualche goccia di sangue.

 

I suoi occhi si piantano nei miei, non posso sfuggire, non voglio sfuggire a quegli occhi.

 

Urla, urla forte, al centro della stanza. Urla guardandomi dritto negli occhi e stringendomi il braccio, fino a farlo sanguinare.

 

Poi, dopo qualche istante di silenzio, sorride. Si lascia andare, mi lascia andare il braccio e sorride. Sorride solo in questo momento, per qualche istante.

 

Poi si accascia su un divano, si rimette seduta e io proseguo il mio flusso costante di parole proprio la dove lo avevo lasciato prima dell’urlo.

 

Non so come si chiama. Io la chiamo nella mia mente Amanda, anche se sò che non le piace. La chiamo Amanda solo perché quando la conobbi stavo ascoltando una band, i Dresden Dolls. La cantante di quella band si chiama Amanda Palmer, in fondo la mia Amanda un po’ le somiglia, anche se è molto più bella. E allora la chiamo Amanda.

 

La mia Amanda non parla, la sua voce la conosco solo per gli urli.

Parla con i gesti e con gli occhi.

 

Con gli occhi mi ha fatto capire che voleva che parlassi per lei. E da allora la mia Amanda ascolta il mio flusso continuo di parole che io riverso verso di lei.

 

Le ho raccontato tutto, e anche di più, di me. Le ho riversato addosso le mie angosce, le mie paure, ma anche tutte le storie di musica, di cinema, di teatro. Io parlo e lei mi ascolta.

 

Non ama farsi toccare Amanda. Non ama che la tocchi, che la accarezzi.

Ma ama il contatto fisico con me.

 

Ogni tanto Amanda mi tocca, si avvicina, delicata. Ma io non devo reagire, si spaventa. Devo lasciare che le sue mani scorrano su di me. E non le devo guardare mentre lo fa. La guardo negli occhi, come sempre, mi vengono i lucciconi dall’emozione, dalla voglia di reagire.

 

Ma si spaventerebbe. E allora ascolto le sue mani su di me che scorrono con una dolcezza infinita.

 

Ma i momenti più intensi che Amanda vive con me sono gli urli.

 

I momenti in cui vomita tutto quello che ha dentro.

Non ho mai visto degli occhi più terrorizzati dei suoi mentre urla e non ho mai sentito urla più acute.

Ma non ho mai neppure visto un sorriso così dolce a spavento passato.

 

4 Risposte a “Racconti – Screaming Amanda”

  1. eh sì….quei famosi urli che non si riesce a fare…vederli negli altri a volte fa un po’ invidia ma spaventa anche l’idea che se li facessimo noi… forse in una notte, con le birre in mano, seduti lungo il fiume le faremo anche noi le urla della nostra vita…ti abbraccio

  2. Lungo il Serio, o sul Canale Vacchelli, o magari lungo il grande fiume che scorre da te…

    le birre le prendo io…

    hai preferenze per la marca?

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