E’ possibile che il candore da Biancaneve con gli anni sia rimasto intatto? Che anzi possa diventare ancora più candido? Provi signora provi, il mio detersivo sbianca il doppio e costa la metà. ma è un destino. Se ti chiami Maddalena sei una puttana candida. Ma un candido ruvido, come la bella sensazione che si ha quando si immerge la mano nel sapone a scaglie di un detersivo. Un po’ dolce e un po’ abrasivo. Sono le asimmetriche simmetrie che hanno le tue labbra, Maddalena.
Sai che ti immagino? Tramortita dal sole caldo, incrostata di sale del mare. Spalancare quelle pozze che sono i tuoi occhi e dire: “sposami”. Così. Come se fosse la cosa più ovvia del mondo, “ehi, amico, versami due dita di vino ghiacciato che ho bisogno di sentire il profumo quadrato di uno Chardonnay dozzinale”. E poi per un attimo, o per sempre, riporre la tristezza e fare festa. Un’allegria brasileira velata di tristezza, “lo sai che io non sono mai bianco o nero”.
Lo so Maddalena. Ci siamo sempre incrociati sulla scala di grigi delle nostre paure scendendo e salendo la scala. Ogni tanto si arriva al capolinea, il colore pieno, si fa qualche piccola follia e ci si mette in cammino per andare all’altro capolinea. Altro che la vita è fatta a scale. Sono due stazioni della metropolitana e in mezzo un tubes che scorre tra vento freddo gelido, odore di chiuso, fiammate di luce e stupende porte di servizio che intravedi dal vagone su cui sei seduto e ti chiedi dove portano.
Forse che emergano in luoghi segreti della città. Maddalena ti immagino vestita di bianco, con le pozze spalancate a guardare la vita e i capelli rosso fuoco che non vogliono stare al loro posto. Pronta ad attraversare il deserto, a sbronzarti “così non dovrò pensare se ho consumato il matrimonio o meno” e a pianificare la prossima truffa alla vita.