Cinema – Killer barbys (Jess Franco return)


Silvia Superstar urla come un ossessa sul palco, la voce graffia. Si ascolta la canzone, un pezzaccio punk’n’rool molto orecchiabile e grezzo, e si guardano le sue forme sfrontate, sudate, in vista.

Torniamo a parlare di Spagna delirante e di Jess Franco. La scena è infatti l’attacco del film “Killer barbys”, pellicola metafisica del 1996 in cui il cineasta spagnolo si sbizzarrisce nelle sue solite tematiche cult: sesso e vampirismo, aggiungendo palate di rock e un nuovo modo di intendere le immagini. Il gruppo si chiama esattamente come il film, anzi no, si chiama Killer Barbies, ed è una band cult in Spagna, al pari di Ska-p e simili. Il nome differisce da quello del film per precauzione del regista, visto che nella pellicola non recita tutta la band ma solo una parte. C’è si Silvia Superstar, icona della band, ma manca ad esempio il Dottor Muerte.

La trama è scheletrica, come sempre nei film di Tio Jess. Una band scalcagnata tra una tappa e l’altra del tour finisce persa nella campagna e si imbatte in un castello, insomma un attacco a la “Rocky horror picture show”. Gli abitanti del castello non sono tranquillizzanti, come ovvio.

Ci sono Arkan ma soprattutto la sua padrona, la bicentanaria contessa von Fledermaus, una spettacolare Mariangela Giordano, da noi riscoperta in terza età, ad esempio come protagonista di “Io e mia sorella” di Carlo Verdone, ma è una che ha alle spalle una trentina di film disparati dal morboso “Malabimba” a “Ursus”. Nel 1996 aveva già 50 e passa anni e recita quasi sempre nuda, mostrando un gran corpo. Ma il suo corpo ha un segreto. Per mantenersi giovane deve bere con regolarità sangue bollente e sperma.

Facile immaginare che fine farà parte della band. Ma il film non è drammatico o horror in senso stretto. Ci sono parti fortemente ciniche e ironiche, quasi a parodiare se stesso. Ma la parte di certo più interessante è la fotografia. La scena è quasi sempre immersa in nebbia secca e il taglio vira o sul blu intenso o sul rosso intenso. Un cinema metafisico con prospettive da fish eye che lasciano spesso basiti.