Musica – Eddie the monster (l’estetica degli iron Maiden)


Al numero 22 di Acaia Avenue abita un mostro…..

La faccia orrendamente sfigurata, gli atteggiamenti deviati e violenti, il sangue che gli scorre addosso ad ogni pie sospinto… lo chiamano Eddie, è il mostro più simpatico che la storia della musica ricordi.

1978 Nasce Un Mito

Il fenomeno punk è alle stelle. Londra nel 1977 è tutta un fiorire di spille e spilloni al naso, creste colorate e gruppi clamorosamente incapaci di suonare ma con un sacro fuoco politico/culturale nelle vene. Sex Pistols, Clash, Damned, Exposed dettano la legge musicale in tutta Europa.

Ma qualcosa si sta muovendo nell’East End. C’è un locale, il Cart and Horses, che propone delle cose diverse da quelle che girano in tutta Londra. Va in controtendenza. Sta per nascere la New Wawe Of British Heavy Metal (NWOBHM)

Il movimento musicale che rilancerà gli stilemi dell’ hard rock settantiano indurendone le linee ma con massicce dosi di melodia e di tecnica. Le lezioni di AC/DC, Judas Priest e Scorpions vengono assimilate e portate all’estremo.
Da questa fucina nasceranno gruppi disparati e destinati a diverse carriere: Saxon, Def Leppard, Venom, Angel Whitc, Tank, Jaguar and many more.

Ma c’è un gruppo che incarnerà alla perfezione la filosofia della nascente musicalità,

The Iron Maiden
Il gruppo che più sarà il rappresentante di questo movimento. Per mille motivi, perché saranno i precursori, perché sono bravi, perché le loro cavalcate metalliche esalteranno più di una generazione di defenders perché perché… perché la loro mascotte è una delle icone più riconosciute dell’heavy metal…

Eddie.

Un mostriciattolo aggressivo ma anche sfigato
(perchè no vicino per caratteristiche al mitico Scrondo di Disegegni&Caviglia)
Sin dall’inizio gli show della band avevano un impostazione spiccatamente teatrale, il primo cantante della band Den Wilcok si presentava sul palco con una maschera purulenta e durante l’esecuzione di Prowler si infilava una spada in bocca facendo sgorgare sangue da alcune capsule che teneva fra i denti.
Era una fan di Gene Simmons e di Alice Cooper… e si vedeva… svenimenti a catena nel pubblico femminile diedero materiale sufficiente per pensare ad una maschera stabile.

Den Wilcok se ne andò, arrivò il leggendario singer dei primi due LP Paul Di Anno. Il 30 ed il 31 dicembre del 1978 gli Iron si chiusero nello studio di registrazione Spacewoods Studios e ne uscirono con i nastri di tre pezzi (Prowler, Invasion e Iron Maiden) proposero il tape al dj del locale rock Banwagon Soundhouse, il grande Neal Kay che fece di Prowler uno dei pezzi più programmati e richiesti nel locale. Si decise di dare fondo alle finanze della band per sfornare un 45 giri autoprodotto, nacquero cosi le Soundhouse Tapes gli Iron sono già un mito nella Londra che cambia.

“La melodia più la potenza mi impressionarono. La loro combinazione, i cambi di tempo, la velocità le linee melodiche di Dave Murray mi fecero cadere dalla sedia. Era unica ed impressionante sicuramente la demo migliore che mi sia mai stata consegnata” dichiara Neal Kay.

Si vagliò allora l’idea di un certo Dave Beasey…. una mascotte mostro… Eddie. Da allora il padre del mostro si chiama Dave Light ed è il tecnico a vita delle luci degli Iron… il minimo riconoscimento che gli si potesse dare.

All’inizio Eddie era solo una maschera che sputava sangue grazie ad una pompa pneumatica. Ma subito dopo divenne un gigantesco e luccicante faccione di fiberglass che faceva il paio con il logo della band, come si può vedere dal retro copertina del primo LP dei nostri.
Con il trascorre degli anni continuerà ad incarnare le varie anime degli Iron e apparirà sulle copertine di TUTTI i loro dischi e di praticamente sulle copertine di tutti i loro singoli (solo in casi isolati darà spazio alle foto live della band).
Sul palco continuerà ad apparire in varie forme e sostanze, dal assassino al pazzo, dalla maschera egizia all’ albero mutato…

THE FIST

Si presenterà ufficialmente al pubblico l’8 febbraio del 1980 sulla copertina del primo singolo della band Running Free/Burning Ambitions.
Non lo si vede ancora in faccia, appare minaccioso all’imboccatura di un vicolo sporco e degradato della periferie di Londra, un ragazzo fugge spaventato. Sul muro alle sue spalle tre i graffiti si leggono chiaramente le scritte Led Zeppelin e Scorpions, tributo a due delle band che hanno influenzato gli Iron.

Per la prima uscita in grande stile bisognerà attendere il 14 aprile, data di uscita ufficiale del loro primo LP Iron Maiden.
Eddie si mostra finalmente a mezzo busto nel suo tremendo splendore, uccisore? Non si sa… per ora.

L’uscita il 23 maggio del 1980 del secondo singolo pone gli Iron in mezzo ad una bufera politica. Sanctuary/Drifter era il singolo, sulla cover fantastico Eddie svettava sul corpo inerte della Thacher da li appena accoltellata. Scandalo…. Ma i ragazzi hanno uno spirito davvero goliardico e sistemano le cose a modo loro. Il 27 ottobre usciva Woman in Uniform (donna in uniforme) la cover era fantastica, dietro un angolo una Thacher militare con mitra UZI attendeva Eddie che nel frattempo giungeva in gentile compagnia per vendicarsi del trattamento avuto nel precedente singolo.

In Europa la band era gia un mito, sopratutto nel nostro paese.
La fama di Eddie sta esplodendo, il 2 febbraio del 1981 esce Killers
Eddie di fronte al Ruskin Arms (il locale che sancì definitivamente l’esplosione degli Iron anche fuori dall’East End) brandisce un ascia, due mani morenti appese alla sua maglietta sdrucita, che sarà l’assassinato? Forse Maggie definitivamente smazzata? Speriamolo… eh eh

L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE

Paul Di Anno se ne va e arriva Bruce Dickinson, la prima gloriosa era degli Iron Maiden è finita. Ci si prepara per vivere la vera e propria consacrazione del gruppo heavy più amato di tutti i tempi.

Anche Eddie proseguirà nelle sue trasformazioni molteplici.

Il 26 ottobre del 1981 gli Iron sbarcano per la prima volta in Italia. Il pubblico italico non lo sa ma la tournee italiana è il banco di prova per il nuovo cantante. I concerti di Bologna (Palasport 26/10), Roma (teatro Tenda 27/10), Firenze (Teatro tenda 28/10), Udine (Palazzetto Sport 29/10) e Milano (Pala Lido 30/10), lasceranno il segno nei fans peninsulari. Da allora le tappe nel nostro paese saranno sempre una gradevole consuetudine per il gruppo Inglese.
Rodato il nuovo singer è l’ora della prova in studio. Il 29 marzo 1982 esce The Number of The Beast, polemiche e successo. Un satanico Eddie che manovra con dei fili il diavolo in persona che a sua volta manovra un altro Eddie. Un gioco di specchi inquietante che può portare alla pazzia.
Cosi è…
Infatti il 16 maggio del 1983 arriva Piece of Mind, Eddie è in catene. Il baratro della follia è superato abbondantemente e il grande pubblico sta per cadere ai piedi della Vergine di Ferro.

Due sono i singoli manifesto di questo LP. Il primo, Flight Of Icarus (11/04/83) con un Eddie beffardo che incendia il povero Icaro, il secondo The Trooper (20/06/83) con un Eddie soldato della regina sopravvissuto a una truce battaglia.

POWERSLAVE

Il passo del successo arriva puntuale il 3 settembre del 1984, Powerslave è la definitiva consacrazione per la band. Dal tour trionfale verranno tratte le registrazioni utilizzate per comporre il primo storico doppio live, dal gioco di parole Live after Death (14/10/85). Ma torniamo a Powerslave, Eddie egizio sia sul disco che sul palco. Una tournee in Polonia, coraggiosa e storica e la consacrazione alla Los Angeles Arena, una settimana di concerti tutti sold-out. Anche l’america è conquistata. Conquistato definitivamente anche il pubblico peninsulare, una delle canzoni di Powerslave (Flash Of The Blade) è il tema portante del film del maestro dell’orrore Dario Argento Phenomena (…..).

Il potere agli schiavi quindi. A livello grafico non ci sono sorprese, il grande Eddie campeggia sui LP e singoli. Lo splendido Aces Hight (22/10/84) con un Eddie pilota d’aerei incazzato.

CULMINE E APPANAMENTO

La fine degli anni ’80 vede l’esplosione degli ultimi fuochi in casa Iron prima del decennio buio anni ’90. Il 29 ottobre del 1986 arriva nei negozi Somewhere in Time, l’uso per la prima volta di chitarre sintetizzate smuove non poco i fans. Eddie è futuristico in una città alla Blade Runner.
Il 14 giugno del 1989 arriva Seventh son of a Seventh son.
E’ il capolavoro ma anche il disco della discordia. Le tastiere adesso ci sono e si sentono, il singolo apripista Can I Play Whith madness (20 marzo 89) scatena un putiferio. Tastiere, facile chorus e video su Mtv…. scandalo. Ma il disco è fantastico. Eddie è un tronco che sorge dal mare, nel suo utero si agita un nuovo Eddie. Nuova linfa? Il retro copertina mostra le statue di ghiaccio delle precedenti cover che si stanno sciogliendo. Il disco è un capolavoro. Ma purtroppo la new life non è rosea. Se ne va Adrian Smith, arriva Janick Gears, gli Iron si appannano di colpo.

Due dischi molto sottotono, No prayer for the Dying (1990) e Fear of the Dark (1992)… Eddie è una pianta mutante, l’immobilismo degli Iron?

 

Ma il peggio deve ancora venire. I due live poco incisivi A Real Live One e A Real Dead One nulla aggiungono e nulla tolgano alla storia della band.

FALLE E FALLI

Bruce Dickinson se ne va, arriva Blaze Bailey.
E’ il tracollo.
The X Factor (1995) è il decimo album della band ed è il punto più basso della loro discografia. Anche a livello grafico.
Abbandonano Eddie disegnato per lasciare spazio ad una mascotte in carne (poca) e ossa sotto esperimento. La cover è orrida il disco di più ancora. Gli Iron non sono al passo con i tempi, tentano di scimmiottare le band gotiche ma non vi riescono, la voce di Blaze Bailey è davvero monotono. Tre anni e arriva Virtual XI, un passettino in avanti ma nulla di più. Eddie gioca con il PC, forse è meglio.

NUOVO MILLENIO

Arriva il nuovo  millennio e tornano all’ovile Bruce Dickinson e Adrian Smith. Bailey se ne va, Gears no. Tre chitarre e la voce storica per un CD attesissimo.
Brave New World fa irruzione sul mercato a maggio del 2000. Eddie nuvola inquietante domina su una Londra futuristica, gli Iron sono tornati ed Eddie è ancora credibile…….

Nel 2003 esce Dance of death. Un Eddie triste mietitore fa danzare manichini, maiali ed altra umanità varia. Ma sono le ultime  copertine a riportare il mostriciattolo a stupenda vita.

Prima il live Death in the road, con la mascotte a cassetta di una carrozza lanciata, poi l’ultimo disco di studio A matter of life and death (usata poco la parola morte negli ultimi anni), dove di fatto eddie non c’è, ma è un lugo sul carroarmato che guida l’armata di morti.

Capolavoro la raccolta Somwere back in time, che copre l’arco d’oro della band, 1980 – 1989, con un Eddie tecnologico, come sulla copertina di Somwere in time, che sce da una piramide egizia alla Powerslave…

 

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