Racconti – Chip (sono morto 47 volte)

Ecco è successo di nuovo.

 

Quando arriva ho appena il tempo di spalmarmi su un muro, di stingere i pungi e poi il cuore impazzisce, sembra che ti si spacca la vita… Bianco, nero, immagini, impossibilità di reagire, dolori, cadute, respiro affannoso, paura, soprattutto paura… ma passa in pochi secondi, anche se il mio io li registra come minuti, ore, giorni…

 

 

Pensare che quando la cosa cominciò a circolare non ero certo un detrattore. Quando negli anni ’90 David Icke aveva teorizzato nel suo libro " …E la verità vi renderà liberi", che tutta la popolazione mondiale sarebbe stata dotata di microchip interni lo avevano pigliato tutti per il culo.

 

A me aveva stimolato l’idea di avere un computer dentro. Di essere io un terminale informatico. Ragionavo: pensa che bellezza, vuoi mandare una mail, pensi cosa scrivere e via, parte, si il destinatario ha aperto nel cervello il programma di posta elettronica, mi ascolta in diretta, ci parliamo con la mente, altro che messanger. E la musica, dentro di te, i tuoi ricordi su base informatica, anche…

 

E la cosa puntualmente è avvenuta. Oramai è normalità. Ci si scambia un file di un tetrabyte solo sfiorando la mano di un altro. Se vuoi vedere un film pensi che paghi il biglietto e te lo sparano nella testa direttamente. Non esiste più denaro contante, tv, un cazzo. Tutto vive dentro, meno plastica in giro, meno inquinamento. Il sistema funziona anche discretamente bene.

 

Già, discretamente. C’è solo un piccolo problema. Un bug incorreggibile che crea un piccolo cortocircuito tra i terminali. Se uno di loro, una persona, dovunque sulla terra, ha un emozione forte, fortissima, violenta, il server la registra e la spara in giro per il mondo. Non se ne accorge nessuno, in realtà.

 

Solo poche decine di terminali raccolgono l’informazione e la amplificano, su 5 miliardi di chip è nulla.

 

Peccato che io sia uno di quelli.

 

Mi ricordo la prima volta che accadde. All’improvviso tutto  fu buio. Poi mi ritrovai davanti una delle mascherine ad ossigeno degli aerei. Ero su un aereo, un aereo che stava precipitando. Non era un film perché non riuscivo ad interromperlo, e dentro, provavo terrore. Vedevo il mio corpo, e non era il mio. Era quello di qualcun altro. Pochi secondi, poi lo schianto. E poi bianco e rieccomi dove ero prima della visione.

 

Al ritorno le gambe ti si piegano, ero vivo, oddio…. Che cazzo era successo. In testa avevo un nome, americano, Jeff Hammerman, chi era?

 

Poi guardando le notizie sulla Ccn la notizia di un aereo caduto poche ore prima, più o meno all’ora della mia visione. Riesco a scorrere la lista dei passeggeri, si, uno di loro si chiamava Jeff Hammerman.

 

Cazzo, avevo vissuto la morte di un altro attraverso il chip.

 

Un rapido giro in rete e scopro che il bug si è già verificato, qualche articoletto di colore, qua e la, e i tecnici che minimizzano. Solo roba che colpisce pochi, ipersensibili. E’ colpa loro, non della tecnologia.

 

Da allora: Laura Agazzi, Kim Lil, Jackie Rowston, Corina Bocitova, Tamara Bonaciuck… Ho perso il conto delle volte che è capitato.

 

Sempre emozioni negative.

 

Laura, ho vissuto il suo suicidio, stesa in una vasca nuda, piena di sangue, polsi tagliati.

 

Kim, una dissidente cinese politica, fucilata… Si lo fanno ancora.

 

Corina, uno stupro, la cosa più terribile che ho sentito è stata il mio corpo sporco, violato, non più mio…

 

Tamara, la scoperta della malattia, poi l’ho rivista e accompagnata fino alla morte…

 

Speravo che succedesse anche con le emozioni forti ma positive. No.

 

Pensavo. Proverò le emozioni di una donna che fa sesso, una vecchia ossessione. Ho provato uno stupro.

 

Proverò le emozioni di una laurea, no una bocciatura con volo dal terzo piano…

 

Alle volte vorrei strapparmi il chip dalla testa, ma non si può vivere senza di lui, oramai. E poi se anche le mie emozioni le rivivesse qualcun altro? Non vorrei mai che la mia morte non fosse personale. E poi come sarà al momento in cui arriverà.

Mi sembrerà di viverla e poi risvegliarmi dopo sconvolto… Dopotutto sono gia morto 47 volte….

Una risposta a “Racconti – Chip (sono morto 47 volte)”

  1. Ho letto a getto questo racconto abbastanza familiare ….

    Tutto questo, si avvicina allo stato celebrale di una persona ,solitamente, affetta da epilessia…

    Noi crediamo di essere “normali” ma in effetti, lo siamo di più quando il nostro cervello subisce delle variazioni tali da renderlo differente…più usufruibile con stati sensazionali più sviluppati….statiche ci portano alla precognizione, alle visioni, ad u’ intelligenza più sviluppata….

    Una persona epilettica, se fa una risonanza magnetica, si accorgerà di avere piantata nel cervello una piccola frattura…stà lì ferma…fino a quando, per un qualche motivo, non si sovraccarica di stress, emozioni, e fa corto circuito, facendo perdere i sensi, portandoti ad uno stato confusionale convulso, o vedendo e sentendo qualche cosa di molto oltre a noi ” normali” impercettibile..una sorta di chip che registra ed emette…che non si puo’ rimuovere e che se non impari a conviverci, puo’ diventare molto pericolosa……

I commenti sono chiusi.