Racconti (con visuale) – Evirato

Entro nel posteggio del discount. Così senza pensarci. Di ritorno dal lavoro, qualche minuto prima.

Ci entro così quasi in trance emotiva.

La tempesta si addensa nel cielo di Crema, e nella mia testa.

Due euro e 28 centesimi, compro un rasoio, quelli con il manico nero di plastica e la lama che esce di lato, quelli come quelli dei barbieri degli anni ’50. Due euro e qualche centesimo spesi senza un motivo.

Quel rasoio, quella lama, avevano catturato la mia attenzione qualche giorno prima, un giorno che ero entrato nel negozio per passeggiare un po’. Mi era rimasta in mente l’immagine di quella lama.

Due euro e qualche centesimo per farsi male in modo nuovo in fondo non sono niente. Spazzare ogni cosa in fondo è impossibile, rimarrò sempre uomo, che odia il suo corpo alfa.

Ora lo rimiro un po’. Poi lo metterò “nel cassetto dei giochi” e prima o poi testerò se chi l’ha prodotto, in Cina sicuro, l’ha affilato come si deve.

Su questo corpo che non mi permette viaggi, come quello che ho sognato stanotte. Un pomeriggio afoso a sud in treno. Il cappello che vuole volare via nel caldo vento. E il mio corpo è nuovo, nulla più maschile, transgender dell’anima e anche nel corpo finalmente.

Ma è un sogno. Non posso nascondermi per sempre e questa realtà non mi ingloberà mai.

Ora lo so. Ogni volta che mi taglio è solo un passo al buio verso quello che davvero vorrei fare: castrazione, evirazione. Nell’anima già sono evirato.

Metodicamente, e anche grazie a una persona come me, ma da me diversissima, sto spazzando via i residuo per arrivare almeno ad uno stato neutro.

 Intanto il rasoio da due euro e 28 è sulla mia scrivania.