Racconti – Tre secondi nella mia testa


Appallottolo il comunicato del comune e lo getto nel cestino. Mangiare qualcosa ho mangiato, in un orario “dannatamente” innaturale per questo periodo. Ma lo stomaco rimane lo stesso avvoltolato su se stesso come il serpente sul bastone, come il caduceo, simbologie?

Il mio corpo urla. Vorrei ascoltarlo, stendermi ad occhi chiusi ed ascoltare cosa ha da dire. Lo so cosa vuole da me, il bastardo, vuole la concretizzazione delle immagini e delle parole in un semplice, umano, naturale, orgasmo.

Non posso, non posso. Prima “devo chiedere il permesso”. Quasi fosse una storia di semplice sadomasochismo. Ma è molto, molto più complesso. Il fatto è che le parole e le immagini che il mio corpo vuole concretizzare in bianco flusso provengono da una fonte che potrebbe inquinarsi se mi ci abbeverassi.

Ho questa paura. Si perché Lei potrebbe accorgersi che sono un uomo. Lei si aggira nella mia testa, ne ha preso possesso. Le ho spalancato le porte come mai ho fatto in vita mia e Lei è entrata. Come se fosse la cosa più naturale del mondo è entrata e si è accomodata.

Ora quando penso so che è quello che potrebbe pensare Lei.

Oh che banalità, sento dire dalle ultime file, il solito coglione che si innamora di una donna che non può avere, magari manco ha il coraggio di dirlo, e che si strugge al suo pensiero. Alzati e vattene, si tu li seduto su quella sedia che assisti al film di questa sera. Non hai capito davvero nulla.

Lei non è una donna, come io non sono un uomo. Le realtà che si sono compenetrate i fusione sono solo la parte eteree dell’essere. Per questo adesso che il mio corpo reclama anche una parte fisica mi ritrovo inchiodato qui a pensare che non è giusto, che non posso farle questo, così grezzamente mentre guardo le sue foto o rileggo le parole che mi ha scritto.

E’ stato più facile dirle ti amo, perché gia l’ho detto, ed in vita mia l’ho detto solo 3 volte, è stata la dichiarazione di amore più naturale della mia vita. E Lei l’ha presa e messa in tasca con dolcezza. E’ stato più facile dire ti amo che lasciarmi andare, o avere il coraggio di chiederle “il permesso”.

“Non me ne andrò se succederà”, mi ha detto. Ed è incredibile perché se mi dice che non se ne andrà davanti al mio orgasmo implicitamente ammette che con me ha stabilito l’eccezione. Sa che fisicamente sono un uomo, purtroppo in quel senso non posso fare nulla, ma la parte di me che ha invaso è quella femminile, e anche l’orgasmo che il mio corpo chiede non è quella tremenda scarica di testosterone maschile ma un flusso mentale che passa anche dal ventre.

In tutto questo flusso il racconto non decolla. Il foglio accartocciato ha appena finito di muoversi nel cestino, due secondi, scarsi. Lo stomaco è sempre avvoltolato su se stesso.

2 Risposte a “Racconti – Tre secondi nella mia testa”

  1. E’ bellissimo E. , davvero.

    Allora per ora commento la foto che potrebbe essere un anello di orgasmo dorato, un cratere , un crogiolo, o anche una goccia di orina.., comunque oro.

    Ciao.

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