Racconti – Gli occhi gentili di Rick (Richard Wright)




Gli occhi azzurri e acquosi sbucano da dietro ai capelli scompigliati dal vento. Urla Rick, una lunga nota alla fine del delirio, della guerra, del rumore cacofonico.

 

Non guarda i tasti bianchi e neri che le sue dita cercano ora con dolcezza, dopo che a palmo unito ha martellato la tastiera come se le mani fossero martelli, anch’essi in guerra.

 

Quella lunga sublime nota risuona nell’anfiteatro, nelle rovine, sui soffioni boraciferi di questa terra disabitata che ha inglobato i 4 uomini in guerra come bozzoli di un suono primordiale che ancora è lontano a venire.

 

Quasi li socchiude ora che le sue dita corrono veloci a disegnare una melodia eterea che suggella la pace dopo la guerra. Li socchiude come le socchiuderà tra un paio d’anni mentre scrivere di voi e di loro, mettendo la sua bandierina sulla faccia oscura della luna.

 

Non cambierà la sua espressione degli occhi neppure quando Roger lo caccerà dalla band prima del taglio finale. Forse un atto di pietà, forse un atto di cattiveria. Di sicuro gli fece meno male di quella volta che il suo nome venne accreditato come quello di un musicista esterno, proprio per il capolavoro murato, quello per cui la band viene ricordata. E musicista esterno risultava essere anche nel disco del ritorno, il momentaneo collasso della ragione.

 

Eppure i suoi occhi gentili non cambiarono mai aspetto, da dietro la sua tastiera guardava il mondo scorrere, anche se con gli altri si trovava sul lato oscuro della luna.

 

Lunedì 15 settembre 2008 è morto Rick Wright, tastierista dei Pink Floyd. Membro originario e fondatore della band ha suonato in tutte le incarnazioni del gruppo inglese. Il suo nome manca solo nel disco del 1983 “The Final cut”, l’ultimo prima dello split tra David Gilmore e Roger Waters. In “The wall” e “Momentary lasps of reason” risulta solo come musicista esterno.

 

Autore di alcune delle canzoni più belle dei Floyd era un po’ il Gorge Harrison del gruppo. Scrittura dolce e spirito staccato dalla coppia principale del gruppo. Tra le sue composizioni va ricordata “Un and them”, forse la più bella canzone di “The Dark side of the moon”.

 

La sua voce si sente non di rado, soprattutto nella versione suonanta a Pompei nel 1972 di “A saucerful of secret”, nel finale rilassato dopo il lungo pezzo cacofonico della suite.

Ha occhi gentili Rick. Al contrario degli occhi sperduti di David, di quelli cattivi di Roger e di quelli allucinati di Nick. Ha occhi gentili e lontani.