Racconti – Le parole (non dette) del desiderio





E’ difficile parlare davvero di sesso vero Lorna?

Lei fa no con la testa, arrossisce un po’ ma sorride.

Mi guarda con i suoi occhi di cristallo castano: “Non sono portata alle lunghe relazioni, alle volte preferisco conquistare una scopata”. Il sorriso adesso vorrebbe essere cinico e violento, credo non lo sia per nulla però.

 

Se fossimo da soli adesso ti chiederei di spogliarti Lorna, e di stenderti comodamente sul tuo letto. Mi piacerebbe leccare ogni centimetro della tua pelle. Lo penso, ma non lo dico. Lorna sorride, solo guardandomi ha capito il mio pensiero, non proprio innocente.

 

Scherzando dico che prima o poi ci proverò davvero con lei, come se ci fosse un confine da passare oltre il quale le schermaglie sessuali si fanno più vere e spesse. “Magari ci proverò io con te”, mi dice fulminandomi la pancia e il sesso. Potrei spiegarle come masturbarsi ma dirle che magari lo farei volentieri io diventa più difficile.

 

So che Lorna ha paure. Come se ci fossero formule segrete che possano ingannare la nausea che sale in lei quando ha paura, quando qualcuno cerca di ingannarla. Una cicatrice di forza quasi reale e dal fascino immenso. Come se la carne potesse essere ingannata e inghiottita dalle vibrazioni.

 

Combatte una guerra particolare, come me. I territori della sua anima sono occupati dall’accecante paura che si manifesta all’improvviso.

 

Lorna ti scoperei. Lo penso sempre. So che queste frasi fanno effetto solo nei film, con la musica giusta e l’intonazione giusta, e l’attore giusto diventano battute memorabili. Già ma qual è la musica giusta e soprattutto il tono giusto nella vita per confessare un desiderio?

 

Non credo di saperlo davvero, provo a dirmelo ma il tono della voce fa ridere. “Dai smettila che sono in astinenza da mesi”, mi dice. Lorna il desiderio ha un profumo? Non lo dico neppure stavolta, mi limito a scusarmi per la mia grezza e goffa insistenza sul tema. Dopotutto sono un uomo Lorna e gli uomini, si sa, a parte quelli dei film, con le battute scritte da uno sceneggiatore donna, sono così.

 

Se il desiderio avesse un odore chiaro, inequivocabile sai che festa sarebbe. Si andrebbe sempre sicuri di ciò che succederà. Come il metano che viene profumato anche se è inodore per far si che quando c’è una perdita ce ne si accorga e si corra ai ripari.

 

Lorna lo sai che il tuo corpo non ha spigoli e vertici ma solo arrotondati profili in tre dimensioni? Si, si, ovviamente non dico neppure questo. A parte che scritto è ad effetto ma detto suonerebbe ridicolo, soprattutto perché rischierei di dirlo con gli occhi incollati sulle tette e si sa, uno che ti giarda dritto i capezzoli invece che gli occhi non fa davvero film d’essai.

 

“Dell’ultima persona che ho scopato non so neppure il nome, volevo fosse così”, alla fine Lorna che ha paura e fatica a svelarsi riesce a parlare davvero con me.  “Che formula si può usare per dire che sei una persona bella?”, stavolta lo dico. “Va bene anche questa”, un po’ arzigogolata però ci sta, hai ragione Lorna.

 

Magari non sentirò mai il sapore del tuo sesso ma va bene lo stesso.

 

 

 

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