Racconti – Ringo e Luca (due volti)


Luca sapeva di essere un maledetto, eppure Ringo non faceva nulla per evitare di percorrere la strada che porta al baratro.

Luca e Ringo sono la stessa persona. Ovvio, meglio svelarlo subito.

“Ti farò impazzire Gianni, il tuo basso preciso non può seguire la mia batteria fuori tempo eppure perfetta per questa musica. Ti farò impazzire come ai tempi in cui suonavamo al Tenax di Firenze e io e te ce ne stavamo nelle retrovie a divertirci un sacco e la davanti quegli altri due già si scannavano per chi era il leder della band. Ti farò impazzire di nuovo, come ho fatto negli alberghi francesi quando andammo su è giù a cantare i nostri brani perché quelle quattro parole di francese che avevamo infilato in un disco ci avevano portato a varcare le Alpi”.


“E’ impreciso, dovete cacciarlo”. Discografico risoluto e come sempre terribilmente miope. Tu devi ricordare che con il tuo capriccio da artista hai ucciso la band più innovativa dell’Italia degli anni ’80.

“Dopo di me venderanno milioni di dischi e ovviamente mi dedicheranno una canzone. Perché cantare del maledetto della band morto di overdose li farà sentire liberi. Scampati. E forse è così. Loro sono scampati e davvero è arrivato il momento per spiccare il volo… Altro che io… Come si fa a volare lo sai soltanto tu, canterà Piero”.

Luca e Ringo lo sapevano che non avrebbero potuto sopravvivere alla disgregazione della band.

“Io non li vivrò questi anni ’90. Mi risparmierò di vedere le liti da prime donne di Piero e Ghigo. Certo che con Gianni avremmo potuto fare tanto con la nuova band. Ma Ringo è un maledetto e in ogni band deve esserci uno che ci lascia la pelle. E io sono doppio, Luca e Ringo, cosi pago il tributo per due band”.

Ringo era un cowboy. Collezionava Colt e diceva di avere combattuto e sconfitto Corto Maltese. In fondo Ringo era un fumetto di Pazienza. Era una caricatura, era il maledetto da fumetto. Era un barista perfetto che shakerava cocktail e ti raccontava di Pancho Villa, tanto per chiarire chi nella band avesse la passione per il Messico, che quando lui non ci sarà più sarà chiave del successo della band.

“Io morirò e loro saranno dei miti. Due colonne, Toscane ed Emiliane della musica in Italia e io morirò. E a quasi nessuno il mio nome dirà qualcosa. Chiedi chi era Luca De Benedictis e quasi nessuno ti risponderà. In fondo anche io morirò a 27 anni come tanti miti del rock. Ma nel mio nome nessuna J. Nessuna maledizione solo un maledetto”.

Nessuno sa chi sia Luca De Benedictis perché tutti, forse, sanno chi era Ringo De Palma. Era l’anima ritmica dei Litfiba. Quello che con Gianni Ma roccolo formava la base del capolavoro “17 re”, quello che migrò in Emilia per mettere su un’altra band, i Csi, passando dai Cccp.

E’ morto di overdose la notte del primo giugno del 1990 a Firenze. Con i Litfiba ha inciso i tre primi album. Due tournée hanno segnato il suo ultimo anno di vita. Quella in Francia e quella in Urss dove conobbe Lindo Ferretti e Zamboni che convinsero lui e Gianni Ma roccolo ad confluire nei Cccp. La sua batteria si sente per l’ultima volta in qualche brano di “Epica etiche etnica pathos”.

Liberamente ispirato ai ricordi di Mauro Sabbione, leggibili QUI

15 Risposte a “Racconti – Ringo e Luca (due volti)”

  1. eh… gran pezzo.. forse uno dei primi che ho sentito dei Litfiba, ho uno strano 45 giri che contiene tre pezzi edito da una rivista negli anni ’80

  2. non ho veramente parole… stasera mi sono imbattuto enl tuo racconto, che di vero ha veramente tanto… ovviamente tutto con il senno del poi!!! io ero, sono e saro’ un grandissimo ascoltatore di 17 re’ (ovviamente nn mi son fermato li’), continuo a pensare che la vera anima dei litfiba erano ai tempi Gianni e i tuoi Luca e Ringo (tra l’altro ho ancora un suo asciugamano tirato ad un concerto)… cmq tutto avvolte appare normale bastano serate del genere mettere su un’album (ovviamente in vinile) per sentirsi trasportato e ricordare gente che fondamentalmente e fisicamente con te nn c’entrava nulla

  3. Reunion così hanno intitolato il ritorno sul palcoscenico di Renzulli e Pelù. Spero che, considerata l’età e la maturità di entrambi, non ripropongano le minchiate radiofoniche della seconda metà degli anni ’90. Spero proprio che ripercorrano i loro anni 80 quelli di Luca, Ringo e Gianni.
    Alfredo

  4. Non so che cosa dire…..lo conoscevo bene,passavamo le estati insieme ed era bellissimo quando arrivavano lui e suo fratello Marco nel nostro piccolo paese per trovare i nonni. Ho seguito la sua carriera fin dalle sue prime tournee, chiedevo alla mamma e lei orgogliosa mi parlava dei loro viaggi e dei loro successi. Era bellissimo l'ultima volta che l'ho visto, in occasione della morte del nonno, indossava una camicia bianca e pantaloni neri….da rimanere senza fiato….poi la notizia, non volevo crederci. In questi anni spesso l'ho pensato , soprattutto quando sento le canzoni dei Litfiba, sentire loro, mi riconduce a lui.
    Ti mando un bacio grande, farai sempre parte dei miei ricordi e nel mio cuore ci sarà sempre un posto riservato a te.
    Cia per sempre amica
        Mariarosa

  5. Bellissimo che il racconto sia piaciuto anche ad una persona che conosceva davvero Ringo, grazie grazie
    emandelli

  6. Non so come sono capitato qui ….
    non a caso … niente avviene a caso …. mai
    cosa dire … lucciconi e groppo al cuore …..
    in questo cuore ormai 50enne in cui Ringo abita da sempre …..
    grazie per ricordarlo. merita questo e avrebbe meritato ben altro ….
    molto, molto di più.
    gianni maroccolo

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