Racconti – Sono di Sara


Andare a bere un aperitivo con Sara, anzi, aperitivo e cinema, era il  prototipo della serata che desideravo. Una strana creatura Sara, tanto  sicura e sensuale di se all’esterno, quanto tanto dolce e materna dentro.  Parlavo volentieri con lei, anche per delle ore.


Parole, e sguardi, e pelle che si sfiora.

Ma pensare di avere il suo corpo, di essere suo… non lo so. Si l’idea mi  aveva accarezzato, ma,  ome sempre nella mia vita, pensavo di essere poco, o  che lei fosse troppo, per me.

Ma la serata era stata bella. Risate e confidenze al baretto in piazza prima  del cinema, con discorsi che andavano dai prodotti della Just, adorati da  entrambi, al fatto che due ironici spigolosi come noi, assieme erano molto malleabili.

Poi il film, "La sconosciuta" di Tornatore, l’avevo scelto io. Non so se a  Sara fosse piaciuto. Certo la visione era stata piacevole. Lei si era  appoggiata a me, e io un po’ rigido avevo lasciato fare.

Poi via a casa. I discorsi erano ancora in sospeso, e allora "Dai Sali a  bere un bicchiere di rosso", che lei butta lì e io prendo al volo.

La sua casa, il suo profumo, il bicchiere pieno, scolo in fiato e non so cosa succede. Mi sporgo un po’ verso di lei, vedo a pochi centimetri le sue labbra. Il profumo della sua pelle mi arriva come una scarica elettrica addosso e. un secondo dopo assaggio il sapore della sua lingua.

In fondo credevo che si lasciasse baciare, dolcemente, ma che lasciasse  anche sfumare la cosa.

A chi non è mai capitato? Un bacio, e poi si riprende il discorso da dove era stato interrotto.

Invece no, Sara risponde al bacio, anzi prende il comando del bacio. La sua  lingua adesso respinge l’assalto della mia e si infila nella mia bocca.

Sembra che non si aspettasse nient’altro da me, sembra che lo sapesse, che  fosse pronta. Le donne lo sanno. io no.

Mi viene da baciare la sua pelle dappertutto, inizio dal collo, dalla gola, la vampirizzo. Si lascia prendere.

Le sue mani si staccano da me e la vedo che si slaccia la camicia, piano.

Oddio, fa sul serio. Vedo la pelle che si scopre, il reggiseno di cotone bianco, quelli comodi, cosi poco sexy da essere sensualissimio, non posso fare a meno di sfiorarle la spalla, lentamente abbassare la spallina.

Sara non si scompone, anzi lascia fare. Sente la mia mano che si avvicina al suo seno morbido, sodo, nella mia mano, mio. Adesso lo bacio, lo succhio..

E Sara si alza e fugge. Oddio, ha cambiato idea. Ma no, si dirige verso la sua stanza.

Le sono appresso come un cagnolino, rallenta, lascia che le mie mani slaccino il reggiseno.

E intanto non so come si spoglia.

Lei è splendidamente nuda. E io invece goffamente vestito, con il suo reggiseno tra le mani che non posso non annusare.

Cerco di carmi un contegno mentre mi spoglio, lei mi guarda e io sfilo i jeans, il maglione, ho paura che la mia goffaggine rovini l’atmosfera. Ma i suoi occhi dicono di no.

E poi abbasso lo sguardo e vedo le sue mani che mi invitano.

Si, come un bimbo prendo il suo seno in bocca, è dolce, è caldo, è bello. È Sara che entra in me.

Altro che penetrazione.. Voglio che sia lei a penetrare me.

La sua mano che scende lungo la schiena, arriva alle natiche. Mi accarezza. Se mi penetrasse anche adesso non direi di no.  Vorrei sentirla dentro. Invece scende ancora, i testicoli, i coglioni, le palle, non c’è un termine dolce per definire quella parte del mio corpo. Lo è senza dubbio la sua mano che mi accarezza.

Il pene, l’uccello, il cazzo.. Anche in questo caso non c’è una parola dolce  per definire l’organo sessuale maschile. Dolce e sensuale è ancor la sua mano che mi prende e mi possiede.

Il cervello mi fa tilt. Vorrei accarezzarla lievemente. Ma la mia mano scivola sul suo ventre e arriva.

Figa, vagina, vulva. Anche il termine più ginecologico possibile è sempre dolce e rende sempre l’idea. L’idea di quattro labbra e di un ciuffo di pelo, di umori che mi gocciolano sulle dita, che vorrei portare alla bocca per assaggiare, stamparmi in mente il suo sapore.

Ma c’è tempo. Stai calmo mi dico. Come se fosse facile sentendo la sua mano addosso.

E l’altra mano. Sopresa è con me che gioca, cerca di rubarmi gli umori. Dio vorrei essere dolce e guardarla negli occhi. Ma come si fa a resistere allo spettacolo di due mani che giocano con lo stesso sesso. il suo.

Le mie dita scivolano in lei. E anche la pancia mi fa tilt. Il bianco dei suoi umori il calore. Scendo dentro cercando. Cercando dove si nasconde il punto G.. voglio farla star bene.. No voglio farla morire.

Ma anche lei ha la stessa intenzione. La sua bocca mi avvolge. Le vene delle tempie mi scoppiano. Em, non venire, mi dico.. Dio come è difficile essere uomini alle volte.

La sua bocca scivola via. Voglio baciarla perché il gusto del mio cazzo e quello della mia bocca entrino in me.

Ma guida lei, e ne sono felice. Si stende e mi prende il pene. Lo attira verso di lei, in lei. E un secondo dopo sono in lei. Mi sembra di caderci dentro.

Vede i miei occhi interrogativi. Voglio venire il lei, credo sia stampato sulla mia faccia.

"Dai – mi dice – aumenta il ritmo, segui il mio corpo, non ti preoccupare di nulla", dio la dolcezza di queste parole è infinita.

Io entro in lei, lei entra in me. Orgasmo e liquido. Un mix di piacere che appiccica in nostri corpi.

Vengo, viene. è fantastico. E adesso è silenzio e aria che si deposita su di noi.

I liquidi sono in lei, non fuoriuscite penso.. Voglio bere questa sera dalla sua figa.

Non risco a rimanere fermo per tanto tempo. L’urgenza del suo corpo mi chiama.

"Stai qui, ferma, ti prego", le dico. La bacio.. E poi.

E poi scendo leccando il suo corpo.

Il seno che adesso è mio, il ventre che adesso è mio, la figa che adesso è mia.. Sono suo.

Arrivo alla figa, calda, umida, gonfia, rossa, lecco, lecco infilo la ingua, adesso sono davvero suo.

Si lascia pulire dal piacere e riprende piacere. Il clitoride, l’ano. Le  nfilo la lingua anche lì.

Non mi spaventa più nulla, voglio adorarla.

Riprende a gemere, oddio è fantastico. Vorrei dirle "Vienimi in bocca", vorrei urlarle "Voglio il tuo piacere, i tuoi liquidi". Ed invece quando sta per avere l’orgasmo che volevo avesse mi attira su, a se.. Ventre, seno, collo, labbra..

Viene baciandomi, quasi mordendomi. E poi, poi si volta di schiena.

Dovrei fuggire. Ma non lo faccio. Riprendo ad accarezzarla, e lei già dorme.

Vicina, con un mio braccio come cuscino. La luce mi dirà che è tutto diverso.

Ma adesso.. Vaffanculo. Ecce Sara.. Ed è mia, anzi sono suo.





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