Racconti – La signora del blues (Billy Holiday)

E’ una calda calda sera della dannata estate del 1930.

Sul palco di uno scalcinato club jazz sulla 133esima strada di New York c’è una grintosa  minorenne infilatasi chissà come nel locale.

Ha quindici anni Eleanor Holiday. E’ nata infatti nell’industriale Baltimora il 7 aprile del 1915.

Canta così

“Gli alberi del Sud hanno uno strano frutto: sangue sulle foglie e sangue sulle radici…ecco uno strano e amaro raccolto".

Canta Strange Fruits, la canzone che sarà suo cavallo di battaglia e sua filosofia di vita fino a quel dannato 17 luglio del 1959. In quel giorno Lady Day saluta la vita, stanca dei suoi 44 anni, sfatta dallo smodato uso di stupefacenti, con una voce ancora ruvida ed angelica. La voce di chi non conosceva la musica e proprio per questo la viveva fino in fondo.

Gli amici la chiamavano Billy, il suo amante e produttore Lester Young la soprannomino, come già detto Lady Day.

La crisi economica degli anni ’30 stava mettendo l’america in ginocchio.

Billie viveva con la madre Sadie Fagan in un piccolo appartamentino scalcagnato nella periferia più nera della big apple.

 

Il padre, Mr. Clarence,  un trombettista fallito, mangiato dai debiti e dall’alcol chissà dove era… l’affitto era da pagare.

La fortuna però arrise a Billie, che una notte come dicevamo all’inizio si improvviso cantante jazz in un localino per racimolare due lire…

 

Il lunario era sbarcato, la voce sgranchita, le porte del Log Cabain aperte.

Ora dovete sapere che in questo locale si vedevano spesso loschi figuri che chini sugli strumenti improvvisavano sessions infinite. Tra questi c’erano Benny Goodman e John Hammond, che in una sera fumosa alcolica e fortunata notano la grintosa Billie.

Da sempre Hammond si dilettava a lanciare nel firmamento jazz di NY nuovi talenti, un po’ per passione e un po’ per vanità. Decide che Billie dovrà essere la prossima signora blues della città. In un batter d’occhio le procura un contratto per una serie d’incisioni con l’orchestra di Teddy Wilson.

L’inaspettata fortuna unita all’acerbo ma gia esplosivo talento di Billie le faranno fare il salto di qualità necessario a distinguersi dalla massa. L’affitto non sarà mai più un problema.

 

Intanto l’amicizia con Lester Young si trasforma in amore.

Un amore tribolato, la dolce Billie spesso è costretta a difendersi dal manesco Lester… ma si narra che sia vero anche il contrario.

Quando Lady Day si altera per Lester sono momenti duri.

 

Sono gli anni delle prime incisioni con Benny Goodman.

Ma presto arriva il momento cruciale della sua vita.

 

Strange Fruits è li trasformata e vitale

La storia del linciaggio di un nero da parte di un gruppo di bianchi…

E’ tempo di inciderla.

Per parecchi anni le Holiday dichiaro di aver scritto lei di suo pugno quel inno, in realtà la canzone aveva già qualche anno era stata scritta da tal Abel Meeropol, un insegnante ebreo di New York che poi prenderà in adozione i figli di Ethel e Julius Rosenberg, i due che furono condannati a morte nel 1953 perché accusati di essere spie dell’Unione Sovietica. La canzone la scrisse sotto lo pseudonimo di Lewis Allan. Erano gli anni del maccartismo ed a un simpatizzante comunista non era permesso scrivere canzoni o libri.

 

La Columbia Records, per cui allora incideva Billie, si spavento e rifiutandosi di pubblicare il pezzo. Si temevano le  contese che la canzone poteva creare nel sud. Scese in campo allora Milt Gabler, progressista e possessore di una piccola label la Commodore records. Nel 1939 incise e pubblico la prima e più famosa versione di Strange Fruits.

 

“Non c’è nient’altro che possa venire dopo di essa" ha detto la cantante Cassandra Wilson, che ha registrato il pezzo per il suo album del 1996, New Moon Daughter.

Ed infatti dopo di essa per Billie fu la fine.

Alcol, eroina e molestie sessuali la spensero piano piano fino alla dannata infezione renale che la uccise nel 1959.

 

L’ultima grande performance di Lady Day avvenne appena due anni prima della sua morte. Era l’8 aprile del 1957. Il programma “The Sound of Jazz” la chiamò a rapporto.

Attorno a se una Billie già distrutta raccolse Count Basie al pianoforte, il sax tenore Coleman Hawkins e il sax del suo amante di sempre Lester Young, l’esecuzione della bellissima Fine and Mellow. Billie solo in quell’occasione  ritrovò per  la sua voce rara e fantastica. La sua performance fu dolorosissima e intensissima… in una parola rifulgente.

L’ultima luce di Lady Day…….

 

Noi la vogliamo ricordare con le parole a lei dedicate da Ivano Fossati,

 

 LA SIGNORA CANTAVA IL BLUES

 

Fermare il treno
nessuno qui sa come si fa
le campagne fuggono dritte
sta aumentando la velocità
controllore controllore
cosa devo fare
metti che uno sente odore
della sua città
per esempio è in quel posto
che ho perduto la serenità.

Prevedere il treno
nessuno qui sa come si finirà
è un inverno probabile
anche troppo e non ci aiuterà
e il guidatore il guidatore
che dovrebbe fare
lui subisce la tensione
che c’è di qua
gioca a carte in corridoio
e perde con molta dignità.

Ma aspettando le colline
la signora cantava il blues
aspettando che in salita
rallentassimo un po’ di più
forse per gettarsi giù.

A capire il treno
non senza una ragione ci rovescerà
e il candidato riformista
del vagone in coda
lui sì si salverà
ma tutti gli altri un po’ stanchi
guardano col naso ai vetri
la gelata di febbraio che se ne va
del raccolto, padre, lei dice bene
si vedrà.

Ma aspettando le colline
la signora cantava il blues
aspettando che in salita
rallentassimo un po’ di più
aspettando le colline
la signora cantava il blues
aspettando le colline
anche se non ce ne sono più
per gettarsi giù.

Amare il treno
ma se nessuno qui sa come si finirà
le campagne sfuggono dritte
e sta aumentando la velocità
controllore controllore
cosa devo fare
metti che uno sente odore
della sua città
in quel posto per esempio
ci ho perduto la serenità.

Aspettando le colline
la signora cantava il blues
aspettando che in salita
rallentassimo un po’ di più
aspettando le colline
la signora cantava il blues
aspettando le colline
anche se non ce ne sono più
per gettarsi giù.

—-

Post scriptum…

Dopo giorni cupi una cosa leggera edi musica

Sto meglio e voglio ringraziare per l’affetto le persone che mi sono stae vicine in un momento davver difficile… loro sanno che parlo di loro…. vi voglio bene….. Em

 

 

 

 

 

8 Risposte a “Racconti – La signora del blues (Billy Holiday)”

  1. queste atmosfere ho come l’impressione di conoscerle… a casa mia si respira Blues e Jazz da sempre… leggendo avevo come l’impressione che ci fosse qualcuno dietro di me con una sigaretta tra le dita… ad ascoltare.

  2. New York… 1930… strade magari bagnate.. lampioni gialli e un localino fumoso riempito dal suono del sax…. un sogno. Un abbraccio lungo mezzora caro em

  3. @Eva, lo so non ti preoccupare. Sei latente per un giusto motivo, stai vivendo finalmente. Il sottofondo? Paolo Benvegnù, ex cantante degli Scisma.

    @Blackmmba, a te… sensualissima hihi

    @kj, si dai… anche io sono passato da te. Sembra un bel blog. Approfondirò

    @Syn, sei cresciuta bene allora (non che avessi dubbi)

    @smellike, oggi piove e un abbraccio sotto la pioggia… fantastico

    @Ale… grazie della presenza

    @orematt, triste anima…chi non lo è purtroppo

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